Eccoci finalmente giunti a un racconto recente: dopo tanti scritti redatti in epoche più o meno remote, il salto è piuttosto grande, ma in fondo, credo meritasse di non attendere oltre per venire alla luce.
Come al solito, tanto per cominciare, due parole su come è venuto alla luce questo racconto: come già detto, si tratta nuovamente di RPG. Questa volta però, compaio in veste di Ideatore della storia piuttosto che come interprete di un singolo personaggio; storia che a sua volta sarebbe stata "giocata" da altri interpreti che avevano il compito di creare i loro personaggi come io avevo fatto con Luna e Sara. Tale storia, al contrario del racconto introduttivo, viene da molto addietro negli anni e ha dovuto maturare davvero parecchio prima di riuscire a concretizzarsi in un'altra delle tante storie che hanno preso vita tramite le nostre sessioni di Giochi di Ruolo. Nonostante il tempo di "Stagionatura" l'idea di questa ambientazione non è mai svanita dai miei desideri, poichè si tratta di un luogo dove avrebbero dovuto snodarsi storie davvero incredibili e fantastiche, ispirato dalle magistrali creazioni della Squaresoft, ideatrice della Serie di Final Fantasy. Come nei loro videogiochi, la città dall'impronunciabile nome (EcatombCheriArk) doveva essere un miscuglio di altissima tecnologia e meravigliosa magia... In più avevo voluto inserire un tema più cupo, rendendo la città un luogo governato dalle corrotte corporazioni e da spregiudicati signori del crimine (sempre che non fossero la stessa cosa in primo luogo); un luogo quindi estremizzato, atto a dar vita a personaggi altrettanto forti coinvolti in avventure altrettanto fuori dal comune. Il tutto mischiato con la solita ed onnipotente salsa di Anime e Videogiochi che mai non guasta.
Alla fine l'occasione si è presentata e l'avventura era sul punto di cominciare e per calare meglio i miei giocatori nell'atmosfera che avrebbe dovuto permearli e coinvolgerli, decisi di creare un racconto. Questo delinea purtroppo uno dei pochi difetti del racconto: è lento a decollare. Difatti, per i primi tre capitoli circa, gli eventi sembrano lenti e la trama piena di divagazioni; queste sono in realtà un espediente narrativo per introdurre a grandi linee un paesaggio decisamente alieno (quello di questa incredibile città) così da dare modo ai personaggi di entrare in confidenza con alcuni luoghi comuni dell'ambientazione nonchè a un casuale lettore (e qui già pensavo a voi...) di non trovarsi catapultato in un posto tanto strano pensando di avere ancora a che fare con un panorama contemporaneo...
In effetti, durante la stesura, io stesso ero un poco scontento del risultato, perchè vedevo che, benchè ben curato dal punto di vista dello stile, il racconto mancava di un'anima vera e propria, ma... State pur tranquilli che la cosa si risolve ben presto dando vita a una appropriata serie di eventi e di riflessioni che trovo personalmente toccanti. E qui si arriva al tema del titolo... Essendo un racconto introduttivo, il titolo non avrebbe nemmeno dovuto esserci (pare che io abbia dei seri problemi con la titolazione delle mie opere...), poichè avrebbe semplicemente dovuto andare sotto il nome di "Racconto introduttivo per Last Bulwark EcatombCheriArk"... Ma quando ho finito di scriverlo, devo ammettere di aver ribaltato le mie opinioni iniziali: se avevo cominciato a scriverlo senza la speranza di dare vita a un vero e proprio racconto ed ero rassegnato a confinare l'opera come semplicemente un lavoretto per fare un po' di atmosfera, una volta salvato il file alla fine, mi sono accorto di essermi lasciato prendere la mano dalla mia insoddisfazione e di aver dato libero sfogo a un desiderio di comunicare un messaggio che evidentemente bruciava troppo forte. A quel punto davvero non potevo lasciare il racconto non titolato... Così ne ho scelto uno provvisorio quale il succitato... Anche se in principio il senso del titolo apparirà davvero sfuggente, verso la fine il dilemma principale finirà per vertere sul capire che cosa significhi davvero essere un "Uomo" (nel senso di Umano) in conflitto con l'essere invece una "Bestia".
Qui necessita una breve divagazione onde non essere frainteso: Frase centrale nel racconto è quella pronunciata da un misterioso saggio che ammonisce un poco di buono con un perentorio "Non Uomo, ma Bestia è colui che desidera solo una lunga vita". Tale frase proviene direttamente da uno dei migliori manga io abbia mai letto: Il Destino di Kakugo (Kakugo no Susume). Non è qui il luogo per contestualizzare la frase nel fumetto, ne per farvi il riassunto dello stesso (ma vi consiglio di leggerlo perchè davvero profondo anche se un po' "Pulp"), ma nel nostro caso è bene fare una precisazione: non ho niente contro gli animali... A prima vista può sembrare una precisazione poco sensata, ma nel corso della storia, il termine "Bestia" assume un senso abbastanza negativo e di questo vorrei rendere conto. Essere una Bestia non ha un valore negativo in assoluto, non è cioè male essere un cane se si è un cane o un gatto se si è un gatto: gli animali sono perfettamente equilibrati nei riguardi della natura e sanno convivere armonicamente con essa ben più di quanto faccia in generale l'uomo, essendo in più generalmente privi di tutti quei terribili difetti che nell'uomo portano a grandi sciagure (come avidità, violenza e vari altri). Non sono affatto male gli animali, quindi. Il problema sorge per gli esseri umani, però. E' proprio quando l'uomo decide di vivere come un animale che causa i danni maggiori... a se stesso e agli altri. Lo scopo di un animale è difatti quello di continuare ad esistere... sopravvivere quindi... Questo è quello che la suddetta frase intende per "Desiderare solo una lunga vita" e credo fermamente che sia quando un uomo desidera questo (una vita Lunga) anzichè una vita Giusta che la vita propria e degli altri comincia a perdere valore e significato. Ma di tutto questo si parla nel racconto... La cosa che mi premeva in questa sede era quella di mettere in chiaro che non ritengo gli animali portatori di caratteristiche negative... fino a quando queste rimangono attribuite a un animale e non a un uomo...
Detto questo, rimangono solo delle precisazioni riguardo ai dettagli: ve ne saranno molti che rimarranno irrisolti, questo perchè, come per le altre due storie, essi dovevano essere risoti durante il corso del gioco, ma vi garantisco che essi non influiscono in alcun modo sul piacere e l'intensità dell'opera, tranne forse per la misteriosa figura che compare nel finale, ma per quello dovrete portare pazienza... un po' di mistero non vi ucciderà di certo... Potete consolarvi con il fatto che, al contrario delle due altre storie, ho in progetto di scrivere un racconto basato sull'avventura che il presente introduceva, quindi è possibile che ne vediate davvero gli sviluppi (anche se la cosa potrebbe prendere davvero diverso tempo, visto che ancora (intendo al momento in cui scrivo questa introduzione) stiamo giocando le fasi iniziali dell'avventura e il lavoro è ancora in alto mare).
Vi lascio quindi alla lettura, pregandovi di attendere un poco per lasciare che entri nel vivo e di soprassedere alle molte stranezze intese per creare l'atmosfera per i giocatori che non dovranno però distrarvi dal vero tema della storia... Sì, perchè questa è una storia che parla...

...Di Uomini e Bestie.