Come al solito, una breve (per quanto possibile) prefazione al racconto, giusto per chiarire alcuni retroscena che hanno avuto un certo peso nella sua stesura. 
Se avete letto l’introduzione generale (quella relativa all’intera “opera”) saprete che il progetto che ho per questa “sezione” è composto da una serie di racconti brevi. Come ho già detto, la scelta tra i mille personaggi che orbitavano nel mio universo è caduta su Caron perché con lei avevo tentato il mio primo esperimento di Racconto Breve. Questo avveniva molti anni fa e, quando ho deciso di riprendere in mano la forma di racconto breve per realizzare una raccolta, ecco che ho composto, come primo tentativo, proprio questo lavoro… E ne sono rimasto anche discretamente soddisfatto. Il fatto è che l’idea di questo racconto è, come Caron stessa, risalente alla mia più tenera età “artistica”. Era infatti un’estate lontana quando il pensiero di questa storia mi balenò in testa. Galeotta fu una canzone, come per la maggior parte dei racconti brevi che presenterò qui. In questo caso, però la canzone fu a dire il vero piuttosto peculiare… Cioè poco “in linea” con l’ambientazione Fantasy-Dark in cui la mia cara cacciatrice di non-morti si muove. Si tratta infatti di “Un’Estate Fa”, una canzone davvero datata che è poi stata rifatta in Cover dai bravissimi “Delta V”. Questo brano (o quantomeno la Cover dei Delta V che è l’unica versione che ho sentito) ha un ritmo particolare che, sebbene forse la melodia non calzi troppo con l’ambientazione, alterna momenti di malinconia a più trascinanti ritornelli. Ascoltandoli, la mia fantasia aveva preso una strada tutta sua, finendo per trasformare quella che era una canzone a proposito di una fugace storia d’amore da vacanze al mare in uno struggente desiderio per un mondo completamente opposto a quello che il Destino ci ha consegnato, esaltandone la malinconia a un livello certo non proprio della canzone, ma che avevo trovato davvero “stimolante”. Perciò, qua e là nel racconto potrete trovare sparse alcune frasi uscite direttamente dal testo della canzone, abbinate alle scene che mi hanno suggerito.
Va ribadito, ancora una volta, che mi rendo conto che la storia di “Un’Estate Fa” non sia affatto drammatica quanto la descrivo io, piuttosto era, come dicevo, una malinconica storia da spiaggia. Infatti, ci sono frasi della canzone che non sono proprio in tema con questo racconto, come “L’autostrada della vacanza / Segnerà la tua lontananza”, ma quel che ne resta è stato sufficiente per caricare la mia “molla artistica”. È stato anche proficuo il fatto che i Delta V ne abbiano realizzato una versione in inglese da cui è nata l’idea di realizzare un racconto “gemellato”. Come noterete, infatti, ci sono due “lati” in questa storia proprio come sui vecchi dischi in vinile (in inglese, appunto, “Side”). Due lati come sono due i protagonisti della storia e ciascuno dei racconti vuole essere uno scorcio nei pensieri di ciascuno di essi eppure tenerli distinti per raccontare due storie simili eppure diverse, ciascuna con un accento particolare. La prima, quella di Caron, volge più il suo sguardo verso l’ineluttabilità del Destino e il senso di abbondono della vita “normale”, ha un tono molto cupo e credo sia fortemente influenzata dal mio contatto con la cultura nipponica che abbonda di questo particolare (di solito nella figura del samurai che, per obbedire al suo codice d’onore, è costretto a sacrificare qualcosa di massimamente importante). La seconda, invece, benchè destinata a una fine più cupa, ha in sé un germoglio di speranza o, meglio, di redenzione.
Ma credo che questo lo scoprirete da soli se avrete la pazienza di ascoltare questa Marcia per…

...Il Funerale dell'Estate.