Funeral of Shelter |
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Nel grembo umido, scuro del tempio, l'aria era fredda, gonfia d'incenso. L'alta figura del vescovo era ammantata con le preziose vesti bianche, le spalle avvolta dalla regale fascia porpora, i ricami dorati sembravano tanto costosi da poter scaldare la navata della Chiesa con il loro prezioso valore; la sua corporatura era quella di un corpo sano, non avvezzo ai digiuni o alle carestie perché prescelto dalla provvidenza per esser un pastore, non una pecora, il viso era ben curato, anche se un poco paffuto e segnato dall'età, i capelli grigi erano riccamente curati e coperti dal tipico copricapo purpureo del suo ordine. Il vescovo mosse passi sicuri, lasciando l'abside in favore del fronte dell'altare, passando dall'ombra alla luce che, bianca sacrale, portava un senso di grande pace dell'ambiente spirituale della Chiesa; immersa nella luce calda che filtrava dalle larghe vetrate, una figura giaceva inginocchiata, un velo nero calato sul volto, le vesti a lutto, come una vedova piangente per la perdita del marito, ma non vi erano singhiozzi di dolore o fremiti tristi nelle membra, ma la assoluta freddezza immobile, chino il capo lasciando al velo nero il compito di rendere la figura simile a una statua vestita, priva di ogni segno di vita. L'uomo di Chiesa si erse sopra la figura in nero, severo, le mani conserte in un fare composto, e il suo sguardo, dall'alto in basso, squadrò la donna. Attese il vescovo, aspettando la voce della figura nera formulasse la preghiera sottovoce, implorando il perdono celeste, ma tacque inanimata invece, forse priva di pentimento, forse priva di vita; fu allora lui che con sdegno riempì le aule tanto luminose e felici con un aspro rimprovero. "Sei nuovamente qui... non comprendi dunque la gravità dei tuoi gesti?" Non vi fu che silenzio ad accogliere l'interrogazione vescovile. "O credi forse che qualcosa ti sia dovuto per ciò che fai?" Il sacerdote guardava la figura con l'aria di chi deve reprimere un ribelle impenitente che si oppone con tutte le sue forze alla redenzione, ma la figura in ginocchio continuava a mantenere il capo chino senza dare il minimo accenno alla volontà di sollevarlo, fosse questo per ribellione o per semplice volontà di non incontrare gli occhi del proprio accusatore; tuttavia il vescovo vedeva in quell'atteggiamento un ulteriore sfida alla volontà di Dio che lo aveva voluto vedere sul podio di giudice delle menzogne delle sue pecore. "Il tuo silenzio" riprese vescovo
"dice più di ogni altra mia accusa riguardo le tue colpe. Quelli
come te pensano sempre di poter nascondersi dall'occhio onnisciente di
Dio semplicemente non parlando, o forse lo fanno perché sanno di
doversi vergognare di ciò che dicono..." non vi fu ancora reazione
da parte della figura nera "... quelli come te non potranno mai
essere benvenuti in alcun luogo, nemmeno nella casa del signore, non
importa quali atti meritevoli possiate compiere, sarà sempre il vostro
sangue ad essere macchiato senza possibilità di redenzione. Credi
davvero che ……Non
è questo…Pensa la figura… Non
sono qui alla ricerca di qualcosa…Non spero nella gratitudine, né in
una ricompensa…Non sento alcun bisogno di cose tanto materiali…Non
mi importa a chi è dedicato…Cerco solo un posto silenzioso dove poter
sentire i miei pensieri… “La gratitudine di Dio Onnipotente non va a quelli come te, che credono di essere solitari campioni di un bene che sono loro stessi a decretare tale, ma essa è per chi davvero può fare qualcosa per le anime smarrite dei figli peccaminosi di Adamo” Il vescovo sollevò le braccia immergendosi nella luce per meglio sottolineare la predica ormai al suo culmine “Dio benedica i suoi pastori che con la verga guidano le pecore smarrite nelle materie di fede, non i senza dio che a colpi di spada spargono ancor più terrore nei cuori delle pecorelle affrontando demoni che non è compito loro combattere. Dio benedica i nobili e gli aristocratici che sono stati scelti dalla provvidenza per guidare la gente comune nelle faccende materiali e per cambiare la storia, non gli straccioni e i vagabondi senz’anima che non sanno far altro che trascinarsi senza meta da un oblio all’altro Dio benedica i poveri di intelligenza, ma forti di braccio perché essi seguono senza intralciarla la parola della chiesa, non i saccenti pensatori che si ritengono indispensabili per il mondo…” L’aria sibila e si apre in un vortice mentre le vesti nere danzano nel vento e piombano dall’alto come falco sulla preda; la lama divora la carne del mostro deforme, tingendo di sangue gli alberi del bosco notturno e costringendolo a trascinarsi con le lunghe braccia sui rami morenti, riempiendo la notte con il suo abominevole grido… … Si deve
essere stolti o ricchi per poter vivere nella parola di Dio?… Un balzo, e la spada già recide il ramo e fa piombare la belva a terra; la bestia si contorce e si rialza con grugniti spaventosi, volta la sua gigantesca massa, falciando l’aria con gli artigli assassini, ma come vento, la lama scivola inarrestabile ed in un attimo trafigge la gola pelosa che strozza il grido di rabbia in un ululato di morte… …Fuori da
tutto ciò vi è solo male e perdizione?… “Dio benedica i suoi figli che dedicano a lui la loro vita leggendo i sacri testi nei monasteri, perché essi leggono la parola di Dio, non i vagabondi ignoranti che cercano quello che chiamano “il senso della vita” lontano dalla grazia di Dio che è solo cieca fede e fedeltà!” Nella strada buia c’è odore di sangue, il sangue di una vergine che viene bevuto da un figlio malvagio della notte, il vento cessa per un secondo e lo avverte del pericolo imminente, si volta e lascia cadere la giovane e i suoi occhi rossi a malapena intravedono la sagoma della spada che cala rapace… …Ho
sempre solcato la terra nella ricerca delle mie risposte… Sanguina il vampiro e corre privo di ombra nella pallida luce della luna crescente, ma la spada ne conosce l’odore e veloci i passi colpiscono il ciottolato del borgo e i sogni dei dormienti, nella rincorsa della agognata preda… …E della
mia prossima preda… Perché?… Raspano gli artigli sulle tegole del tetto, chiusa ormai la ferita, ma la spada è già troppo vicina e quando il mostro dal morto pallore si volta, lo attende solo la mortale stoccata che lo conficca da parte a parte nel comignolo vetusto… …Perché
la mia anima è tanto senza posa?… Il sole compare dopo la lunga attesa e i suoi raggi cancellano l’orrore di mille vite spente, con il grido terrificante che solo chi muore due volte sa dare, bruciando nelle menti di chi si risveglia, incerto se l’urlo fosse incubo o realtà; e la luce scaccia anche il cacciatore, che scivola indietro, nelle pieghe di chi ancora vuol riposare, per svanire prima che il giorno si affermi …Sa forse
dove si trova la risposta che da sola cerca? “Dio benedica il contadino, che si alza col sole e serve il suo signore col sudore della fronte, baciato dal sole e timoroso delle bestie infernali, non gli oscuri che scivolano nella notte tentando di perpetrare schemi illusori e che sfidano la notte senza rispetto!” Il tacco metallico affonda nella terra marcia, nel suolo dei morti e la spada scintilla falciando su una lapide tra molte, mentre il braccio putrefatto di un cadavere riportato alla vita cade mozzato… …Io Vivo La testa dall’occhio mancante capitola sopra la pietra tombale, ma dietro di essa altri cadaveri attendono la spada, precludendo la via per l’insana mente mortale che con l’arcana magia riporta al mondo ciò che di questo mondo non è… …Vivo per
togliere un altro figlio alla Madre tenebra che ha generato anche me… Le vesti nere vibrano e la voce sibila nella preparazione dell’oscuro incantamento di morte, ma la spada balza in alto ignorando il muro di cadaveri che la vogliono costringere e cade veloce facendo sì che le ultime parole dell’incantesimo non siano altro che una strozzata bestemmia di Morte… …Perché
vi è errore nell’estirpare il Male? È tanto necessario a chi
raccoglie le decime del Bene? Gli occhi della bestia brillano feroci per un attimo, poi le sue zampe balzano verso la spada e a brani azzannano la carne che la brandisce; noncurante la lama si rivolta trafiggendo il mostro e la propria carne insieme… …E non ho
nulla da sacrificare ad alcunché, se non una misera vita macchiata di
sangue… Gli altri ululati richiamano il terrore alla foresta antica, la vista bagnata di sangue sgambetta la spada, ma il sapore della battaglia sopravanza quello del dolore e vola la lama nell’affondo che trafigge le fauci rapaci.. …Dio, è
questa la pena che mi hai riservato per il sangue innocente che ho
versato? …E sotto una coltre di nubi nere da cui si affaccia curiosa una luna piena, un demone beve dal corpo decapitato di un fanciullo assaporando il momento in cui ne berrà anche della giovane che gli faceva da madre… …Non
io… Siamo solo un fugace battito di ciglia in un eterno nulla… Imbratta le scaglie il sangue innocente quando il capo si volta timoroso della spada, che riluce nella stessa luce delle zanne immonde, satura dell’attesa della caccia e ora pronta a tagliare la notte… … Eppure
io temo più il vuoto in quel battito di ciglia che l’infinito che lo
seguirà… Marcisce l’erba all’udito del grido profano che si leva cosparso d’orrore dalle fauci dal pasto interrotto, chiamando gli spiriti della morte e della putrefazione ad assisterlo nella carneficina… …E vi è
solo un luogo… Un momento in cui quel nulla scompare… La figura nera si alzò senza proferire parola e voltandosi si lasciò alle spalle il vescovo che, convinto che fosse la sua predica a scacciarla, sollevò il tono e l’invocazione “Dio benedica il chierichetto che, seppur piccolo nella magnificenza dell’ecclesia secolare, avrà sempre casa sotto il tetto del signore e sempre potrà riposare tranquillo, non chi è scacciato da ogni dimora perché inviso sia alla luce che alle tenebre!” Circondato ora da mille spiriti assetati di morte, il demone misura a lunghi passi la radura erbosa che lo separa dalla spada, mentre nel cielo i tuoni chiamano tempesta… … Forse
è davvero non per giustizia, non per vendetta né per gloria che nella
notte chiamo lo spirito della battaglia… Come evanescenze di un sogno al mattino, le anime perse si disperdono a un sol tocco della lama che danza tra loro nel silenzioso grido di un cuore che comincia a pulsare di vita nuova… … E’
solo quando danzo con i morti e la notte che sento levarsi il manto cupo
di questo vuoto infinito… Un luogo
dove tutto brilla come una stella per il battito di ciglia che ci è
concesso… Un luogo
santo più d’una chiesa… Un luogo
superbo più di un palazzo reale… Un luogo in
cui il cuore batte veloce e vive ogni istante… Un luogo in
cui il mondo si apre sopra la finitezza del vuoto dell’animo umano… Un luogo
che abbraccia tutti i dispersi ed i ribelli come me… Un luogo in
cui chi vive dove gli altri non osano si slega le ali e può volare… Un luogo
dove i figli della notte si intrecciano con i figli del giorno… Un luogo
dove Nuvole, Cielo, Sole e Luna rivelano i loro segreti per i figli che
non li hanno abbandonati… "...God Bless the Ring!"
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