La storia di questa storia: E' un pomeriggio di agosto del 2009 e sto parlando con i miei genitori a tavola. Invariabilmente il discorso finisce sempre per tornare sulla politica. In effetti, per chiunque si tenga un minimo in contatto con la realtà, non è un momento in cui si possa proprio sorvolare sull'anomalia che la nostra politica è diventata. La discussione finisce per toccare le ultime scempiaggini che si sentono nei notiziari, le ultime brillanti idee del nostro governo... Sono davvero... Assurde. Nessun vocabolo funziona meglio. Sono assolutamente prive di senso. In un qualunque paese del mondo dove il potere non sia amministrato con il fucile, certe idee che qui imperversano susciterebbero solo uno scroscio di risate prima di cacciare a pedate chiunque le abbia partorite. Ma noi siamo in Italia... Così proviamo almeno a fare la prima parte: a riderci sopra. Mi sorprendo così a far ridere i miei con l'invenzione di un "Dietro le quinte" assolutamente fantapolitico, ma che dico? Fantascientifico, fantasmagorico, fanta... Fantacazzata a dire il vero. Una storia davvero senza nessuna credibilità, uno scherzo privo di qualunque appiglio al reale... Eppure finisce che mi sembra più plausibile la storia più stupida e assurda, piuttosto che la più semplice e lineare verità. Sarà perchè in fondo al cuore ho fiducia negli uomini oltre ogni dire che non riesco a rassegnarmi alla nostra incapacità di vedere e reagire; sarà per questo che preferisco credere nel più estremo e improbabile complotto per salvare l'Italia, piuttosto che pensare che esistano davvero uomini che fanno simili proclami ogni giorno...
In ogni caso, poichè essi sono troppo patriottici per cogliere i loro meriti, affinchè il loro nome non venga infangato nelle ere a venire, lasciate che vi racconti di come un manipolo di eroi tentò, e ancora tenta, di salvare l'Italia anche a costo della propria dignità...

Disclaimer: No, be', ora che ci penso, non c'è bisogno di un disclaimer... Cioè: Le somiglianze a fatti o persone realmente esistenti NON è frutto di pura coincidenza. E per quanto riguarda la storia puramente inventata... Be', temo proprio che lo sia, anche se, in effetti vorrei davvero sperare che non lo fosse. Ma forse gli esseri umani non sono poi così intelligenti e coraggiosi come vorrei dipingerli...

La Carboneria Padana

“Oooh Issa!” Si lasciò sfuggire il Roberto mentre depositava l’Umberto sulla sua sedia a capotavola. Quello dal canto suo fece il possibile per non rotolare giù dal seggio proprio subito subito e lanciò al cognato quello sguardo da triglia lessa paralitica che il Roberto aveva ormai imparato a riconoscere come un “Grazie”… O anche come “Devo andare in bagno”, ma in quel momento avrebbe detto più la prima.
Accertatosi che il suo leader fosse in grado di sfoggiare le sue capacità atletiche rimanendo in equilibrio sulla sedia, il Roberto prese posto alla sua destra. Gli altri presenti si lasciarono sfuggire un sospiro di ammirazione e di sollievo nell’osservare il successo dell’operazione e si portarono più vicini al tavolo.
“Allora…” Esordì il Roberto alla volta dei suoi compagni “…Innanzitutto grazie per essere venuti alla nostra riunione. Mi fa piacere potervi annunciare che oramai siamo vicini a raggiungere il nostro obiettivo”
“Roby…” Lo interruppe il Calderoli che sedeva davanti a lui, mettendogli una mano sul polso per sottolineare la serietà di quanto stava per dire “…Ti prego non dire certe cose solo per farci contenti. Lo sai che le false speranze ci fanno male” Il Roberto rimase un po’ interdetto da quanto scarsamente fosse riuscito a suonare convincente, così provò a replicare il severo sguardo del loro condottiero ma, essendo esso quello di una triglia paralitica fritta, ottenne solo un fremito sospettoso del quadruplo mento del Calderoli che subito lo apostrofò con un “E togliti quegli occhiali da ciula che mi fan venir su tutta la cassoeula da quanto son brutti”
Il Roby, sconfitto, si sfilò gli occhiali rossi, mollandoli sul tavolo e inforcandone un altro paio dalla montatura seria e compita che teneva nel taschino.
“Ma te la mangi davvero quella roba?” Fece il Tosi con la sua vocina fessa, seduto di fianco al tripputo collega
“Che credi? Che mi piaccia? Ero invitato come al solito a uno di quei raduni di cretini… mica potevo dirgli che mi fa schifo: che fine faceva il piano, poi?”
“Ragazzi!” Li richiamò all’ordine il Roberto, riprendendo la parola “Non disperdiamoci: siamo a un punto cruciale della nostra lotta!” E, in effetti, per qualche istante i presenti al tavolo tornarono a fissarlo attenti, ma poi fu il turno del vicino del Roberto di lasciarsi crollare i nervi
“Roberto, senti… Basta con ‘sti proclami per tenere alto il morale. Qui dobbiamo guardare in faccia la realtà: siamo col culo per terra, in un vicolo cieco, alla frutta… ed è pure marcia!”
“Borghezio! Perché devi dire ‘ste cose?! Guarda che stavolta è vero! Abbiamo…”
“Eh sì… “Stavolta”! Ma dai!” Continuò il barilotto di ciccia scuotendo il capo causando onde anomale nel suo gargarozzo “Qui non ci crede più nessuno, Roberto! Qui va tutto in merda! Ma perché?! Perché è tutto così storto?” Si lamentò il Borgy togliendosi gli occhiali e andandosi nervosamente a sfregare gli occhietti da talpa con i salsicciotti che chiamava dita “Era un piano così semplice… Non c’era niente che poteva andare male, no? Non avevate detto così tu e l’Umberto?!”
“Sì, ma…”
“Ma un bel cazzo! Ci avevo creduto pure io. Sembrava proprio a prova di bomba: diciamo un paio di cazzate di quelle che tutti i pirla del nord mugugnano nei bar con i loro amici sottosviluppati, fondiamo un partito e continuiamo a sparare cazzate fino a che tutti i minchioni razzisti e coglioni non ci vengono dietro e diventiamo il loro riferimento politico. A questo punto avremmo potuto individuare tutti quegli stronzoni estremisti che non fanno altro che dare la colpa della loro minchionaggine ai meridionali o agli extracomunitari o, quando hanno finito anche i comunisti e le donne, al loro cane che in effetti hanno sempre sospettato stesse complottando contro il benessere del paese. Sarebbe poi bastato spingerci un po’ più in là con le sparate: a quel punto quelli, pirla come sono, ci avrebbero seguito ovunque pensando che fossimo i loro messia e invece noi avremmo sparato una cazzata così grossa che gli avremmo fatto perdere per sempre la faccia e tutti in Italia si sarebbero accorti di che massa di stronzi avevano covato al nord, immolandoci per la patria, ma scovando i suoi nemici nello stesso tempo… E invece…”
“Invece qui noi continuiamo a prendere consensi, altro che figura di merda!” Sbottò il Calderoli prendendosi la testa tra le mani disperato.
“No, no dai ragazzi!” Cercò di recuperarli il Roberto “E’ solo che dobbiamo essere pazienti. È solo che non abbiamo ancora trovato la chiave giusta…”
“Ma che chiave e chiave!” Si disperò anche quel barilotto di grasso brizzolato del Borghezio “Te quante riunioni tipo carbonai credi che abbiamo fatto in questo bunker sotterraneo senza finestre per farci venire l’idea buona? Me li ricordo bene io i giorni in cui ci siamo alzati di qui felici come dei bambini perché eravamo sicuri che la prossima cazzata sarebbe stata così grossa che ci avrebbero cacciato a calci… E poi invece… Guarda il povero Umberto! Lui era il più ottimista di tutti! Aveva detto “vedrai che quando dico che con il tricolore mi ci pulisco il culo, tutti quanti ci sputano addosso e avremo ripulito la politica italiana da tutti questi stronzi”. E quelli invece giù ad applaudire! E lui “No, ma adesso mi fanno il processo e vedi che fine faccio..”, così diceva!”
“Eh, sì, l’Umberto… lui sì che era un eroe… un martire!” lo elogiò il Tosi con le lacrime agli occhi
“Eh, sì, ma poi che è successo? Il nano pelato ha fatto approvare una legge che modificava il reato di vilipendio e così giù risate… Povero Umberto! Era troppo puro di cuore” Commentò Calderoli triste
“Ma che troppo puro di cuore!” Sbottò Borghezio “Sono questi che sono degli stronzoni senza vergogna! Non ti ricordi il fisichino che avevo tanti anni fa?! ‘Sta trippa me la sono presa perché mi ingozzo come un porco per dimenticarmi quello che devo dire ogni giorno per il “bene di tutti”! Oh, ma ti rendi conto di cosa mi avete fatto dire sperando che gli italiani si svegliassero?! Oh! Sai quanti pacchetti di patatine mi devo mangiare per calmarmi ogni volta che rivedo le immagini di quando sono dovuto salire sui treni per “disinfettarli”? E mentre lo facevo, giù a calcare la mano “Sporchi negher” “Puzzate” “Fate schifo” e tutte ‘ste cose con il groppo in gola e mi dicevo “Dai Mario! Fallo per il tuo paese, non aver paura: dopo di questo la lega perde la faccia!” E invece niente!”
“Eh già, come se fossi l’unico, Marietto!” Gli fu subito dietro Calderoli “Sai che coraggio mi ci è voluto a me per fare quella cazzata della maglietta anti-Islam? E giù a pensare “Dai, questa è la volta buona, se non scateni la guerra ce l’hai fatta per forza!”… E invece NOoooo! Solo sciami di coglioni che mi fanno i complimenti, che mi dicono che sono un mito! E io gli devo pure sorridere a ’sti pirla!”
“Non è perché voi avete fatto una boutade folkloristica che potete pensare di aver sofferto più di tutti” Fece il Tosi uscendo dalla sua timida contemplazione “Cosa devo dire io che ho dovuto trascinare nel fango un’intera città per cercare di salvare il paese? Come pensate che mi senta ad aver appicciato a Verona l’etichetta di razzista? E ogni volta che penso che ho fatto scegliere come rappresentanti per l’Istituto Veronese per la Resistenza un Missino e uno di AN… Cosa devo dire? Mi sono pure fatto condannare per aver propagandato idee razziste… E tutti ancora mi stringono la mano che quasi me la taglierei da solo”
“OOooooooh!” Si ribellò Borghezio “Ma quello che sta con lo spruzzino in mano davanti alle telecamere con la faccia da pirla sono io!! Me la sogno di notte quella scena! Vi rendete conto?! Anzi, datemi un maritozzo alla crema, che non ne posso più!”
“Calmati Mario” Lo esortò Maroni “Sappiamo quanto hai sacrificato per la causa, ma non è stato vano… E’ solo che c’è bisogno di tempo. Non è solo una questione di colpi di teatro, ma dobbiamo lavorare per far emergere le cazzate a lungo termine…”
“Ma che lungo termine, Roby…” Scosse il capo il Calderoli “…Qui c’ha ragione il Borghezio… Qui siamo al fondo, anzi, abbiamo pure scavato. Son dieci anni che facciamo le peggio cose, Roby, altro che tempo. Sono dieci anni che siamo al governo e son dieci anni che gridiamo “Roma ladrona”. Sono dieci anni che pilotiamo la maggioranza in parlamento e sono dieci anni che ci lamentiamo che le leggi non funzionano o sono fatte male. Sono dieci anni che diciamo che facciamo il federalismo e poi non lo facciamo mai. Sono dieci anni che governiamo in tutte le regioni e comuni del nord con lo slogan della sicurezza e del cacciare gli immigrati e sono dieci anni che la gente si chiude sempre più in casa e le città sono sempre più affollate di stranieri. Noi a ogni tornata elettorale ci ripresentiamo dicendo che se ci votano ripuliamo tutto, come se fosse la prima volta che saliamo sul palco… E quelli giù a votarci più degli anni prima!!”
“Eeeh…” Sospirò Tosi ormai sopraffatto dallo sconforto “Il problema di questo paese è che ha la memoria corta…”
“Ma che memoria corta! E’ che sono degli stronzi! Come fai se no a non accorgerti di una roba del genere?!! Dico: governo da dieci anni e mi lamento che non si fa niente per la sicurezza?! Ma dai, solo un pirla non mi direbbe subito “Scusa, ma non sei tu che dovevi prendere provvedimenti?”! Ma poi, scusa, fosse solo quello: ma vi rendete conto di quanto ci siamo resi ridicoli con la storia di Pontida? Ci siamo inventati le origini celtiche che in Europa ci ridono dietro solo per non piangere, le ampolle di acqua del Po, la Padania, pure il concorso di Miss Padania e i matrimoni celtici!! Io mi sono dovuto sposare di fronte a un Druido! Un Druido, cazzo, vi rendete conto?! E mi hanno fatto ministro! E gli Italiani non hanno detto niente! Guarda il povero Umberto! Era un virgulto! Un fior d’uomo! Aveva ordito lui questo piano e non ha mai esitato a sacrificarsi per primo! Ma dopo tutte le cazzate che abbiamo fatto, non ha retto più… Era lì che aspettava i risultati dei sondaggi e diceva “Dai che stavolta coliamo a picco, dai, dai!” Poi quando ha visto che avevamo fatto un balzo in avanti di cinque punti… Guarda come si è ridotto…”
Un silenzio colpevole calò sulla sala, mentre una lacrimuccia cadeva dall’occhio di triglia a bagno maria dell’Umberto, come a dire “Non è colpa vostra ragazzi…”… O forse era “Devo andare in bagno”?
Fu il Roberto a ritrovare il coraggio per non arrendersi.
“Lo so ragazzi che sembra impossibile! Ma stavolta la vittoria non ci scappa! Ne ho trovata una meglio anche del coretto di Salvini…” Lasciò una pausa drammatica nel quale gli altri lo fissarono disillusi “…Gabbie salariali!! Diciamo senza mezzi termini che i lavoratori meridionali devono prendere meno di quelli del nord! Eh?! Che ne dite?!” Silenzio imbarazzante “No dai, non fate così: è geniale! E’ assolutamente priva di senso come idea, la più cretina che abbiamo mai avuto! Senza senso economico, offensiva politicamente e chiaramente un insulto sociale. Qui almeno tutti quelli del sud ci prenderanno a pomodori in faccia dalla mattina alla sera!” Silenzio… Poi Calderoli, con un moto di pietà si sporse verso l’altro lato del tavolo a stringere le mani dell’amico in segno di solidarietà.
“Sì… Sì Roby… Vedrai che stavolta funziona… Stavolta gli facciamo perdere la faccia a tutti ‘sti leghisti di merda…”
“Sì…” Gli fece eco il Tosi “Sì, dai… ora andiamo però… questo posto mi angoscia”
“Sì, andiamo” ripeté anche il Borghezio “Non è che però intanto avete un Bombolone alla crema sotto mano?”