BGM: “Kain Encounter”
Quello che altrove poteva sembrare un insulto, nella città di EcatombCheriArk era invece un dubbio ricorrente. “Toccati” era infatti il nome di una delle tante bande della città. Beh, non proprio una delle tante… E forse nemmeno tanto banda… I Toccati erano una delle più gettonate leggende metropolitane ad EcatombCheriArk. Le storie più vecchie che li riguardavano dicevano che erano venuti alla ribalta con un terribile atto di sabotaggio ad una qualche corporazione (ma le corporazioni ricordano quel gesto più con il nome di “attentato”); già questo sarebbe in effetti degno di leggenda, perché sono pochi quelli tanto “leggendariamente stupidi” da fare un sabotaggio ad una qualunque corporazione, perché è ovvio che fare ciò significa firmare la propria condanna a morte. Non c’è luogo sicuro dove nascondersi quando una corporazione è veramente arrabbiata. Se gli combini qualche scherzo e poi vivi per il resto dei tuoi giorni nelle fogne standotene buono buono, allora forse è probabile che si stancheranno di cercarti e te la lasceranno passare liscia… Ma se ti azzardi a danneggiare seriamente le loro proprietà o fargli fare la figura degli idioti… puoi star pur tranquillo che non saranno contenti fino a che non avranno appeso il tuo cadavere fuori dalla loro sede principale (Non è uno scherzo: hanno fatto approvare una legge che glielo permette…). Ora è però forse per questo motivo che i Toccati erano diventati così noti al pubblico… Nessuno riuscì mai a prenderli… Nonostante tutte le tecniche scientifiche, magiche e psicometriche della polizia, le indagini non diedero alcun frutto; neppure gli ispettori della corporazione riuscirono mai ad identificare i colpevoli… E non fu nemmeno la loro ultima apparizione. Negli anni a venire, più di un “incidente” fu attribuito ai Toccati e tutte le volte nessun indizio che potesse condurre alle loro identità o alle loro ragioni fu rinvenuto… Si dice che proprio per questa mancanza di un qualunque filo conduttore nelle loro gesta, la gente cominciò a dire che quelli che facevano tutto questo macello, che al tempo non dovevano avere ancora nome o nomignolo, dovevano essere “un po’ toccati nel cervello”, nel senso di pazzi. E questo dovrebbe essere come è nato il loro soprannome, ma anche questa, come tutte le altre notizie su di loro, era una teoria “per sentito dire” da un qualche amico o parente. L’unica cosa vera che si sa è però che di tanto in tanto qualche incidente misterioso di cui non si riesce a determinare il colpevole capita. E allora la TV torna a parlare dei Toccati… Ma esisteranno poi davvero i Toccati? Se fai questa domanda ad un qualunque assiduo frequentatore della vita di strada di EcatombCheriArk, la risposta è scontata: “Certo, un mio amico ne conosce uno” alcuni rispondono con la seconda versione di tale frase che prevede la sostituzione di un qualunque grado di parentela alla parola “Amico”, questa è tra i massimi gradi di variazione della risposta. Tutti per strada sembrano conoscere qualcuno che conosce un Toccato… E quando gli chiedi di presentarti questo qualcuno, quel qualcuno non è mai disponibile o ti racconta che il suo amico si era espresso male, perché lui non conosce un Toccato, ma uno che conosce un toccato… E così via… I più accorti cominciano a sentire ovviamente puzza di bruciato nella storia dei Toccati… Nel fatto che siano inafferrabili persino dalle corporazioni, per esempio… Alcuni dicono, ma è una teoria da raffinati che non snoccioleranno in parecchi per strada, che in realtà i veri Toccati abbiano fatto la loro brutta fine già da un sacco di tempo, cioè da quando hanno fatto l’errore di fare quel brutto scherzo a quella tale corporazione… Probabilmente il giorno dopo la Corporazione li ha presi e gli ha fatto la pelle… Ma non l’ha detto a nessuno… Sì, perché gli è venuta in mente un’idea migliore… ha lasciato che la cosa cadesse nel mistero con la storia del “non si trovano proprio da nessuna parte i responsabili”, ha vestito di tutto punto una sua squadra d’assalto e l’ha spedita contro una sua rivale… BOOM! Così il giorno dopo tutti i telegiornali avrebbero preferito seguire la pista “Toccati 2: la Vendetta” piuttosto che un noioso caso di sabotaggio industriale… La corporazione mandante avrebbe di certo testimoniato in questo senso. Quella vittima forse avrebbe potuto inutilmente lottare contro la fame di storie strambe del pubblico serale, ma perché poi? Avrebbero fatto prima a vestire una loro squadra da assalto e far saltare per aria qualche obbiettivo strategico dei loro avversari… e poi dire anche loro: “Oh mio Dio! Questa follia dei Toccati non ha mai fine!” e evitarsi quindi problemi di pubbliche relazioni con questo espediente… Forse i Toccati non erano che un paravento dietro cui le corporazioni nascondevano le loro operazioni sporche… Faceva comodo avere dei capri espiatori invisibili e introvabili a cui addossare la colpa di qualunque violazione della “Libera Concorrenza”… e faceva comodo anche ai piccoli criminali di strada che la Leggenda dei Toccati continuasse a crescere rigogliosa… Tutti lavorano per i Toccati, si diceva in città, solo che alcuni non lo sanno… Potresti star trasportando un pacco per loro mentre credi che te lo abbia fatto portare il tuo boss, che magari è uno di loro… oppure potresti dire di star portando un pacco per loro per spaventare quelli che ti hanno fermato per rubartelo… Non sono in molti a voler rischiare di mettersi contro i Toccati… In fondo quelli non li fermano neanche le corporazioni…
Oramai il mistero e le chiacchiere erano andati troppo avanti per poterli distinguere dalla verità… Izu sapeva solo una cosa: nessun Toccato, se mai fosse esistito, avrebbe mai ammesso di esserlo… O per fede all’alone di mistero della Leggenda, o, più semplicemente, per evitare di essere torturato a morte per ottenere la verità su questo Mistero.
“N… No” Rispose quindi solamente alla sua guida, i cui occhi luccicavano nel buio all’idea di aver incontrato non uno, ma ben due dei membri della fantomatica banda… ma forse in fondo era solo il riflesso dei lampioni sulla sua cyberottica Ribbon™…
“No? Dai a me puoi dirlo… Giuro che non lo dirò a nessuno… Io vi ammiro lo sai? Anzi, sai che ti dico? Il mio sogno è quello di entrare a far parte della Banda… che dici, se vi aiuto potete mettere una buona parola per me?”
“N… No, guarda, ti sbagli davvero… Non facciamo parte di nessuna banda…” Insistette Izu senza essere ben sicuro se quell’errore fosse un bene o un male… Ma il teppista fu più insistente di lui
“Ehi, dai… Oramai puoi dirmelo… L’ho capito, sai? Chi altri potrebbe riuscire a fare fessi tutti quei poliziotti per tutto questo tempo? Avete appena fatto saltare qualcosa?”
“No… Te l’ho detto, non siamo Toccati…”
“Mi sono sempre chiesto perché lo fate. Combattete contro le corporazioni? O è solo per divertimento? A me va bene in entrambi i casi!” Continuò l’altro ignorando completamente ciò che Izu aveva detto
“No, guarda, non sappiamo davvero niente… Non parliamone più, d’accordo? Abbiamo solo bisogno di un posto dove stare nascosti per un po’…” L’altro ricambiò il suo sguardo esasperato con uno di intesa
“Aaaaah…. Certo, certo… Non preoccuparti, amico, non ne parliamo più” Disse strizzandogli l’occhio in segno di complicità “Puoi stare tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me… Solo ricordatevene quando tutto sarà finito: io vi ho dato una mano…” Izu sospirò. Ora cominciava a capire come erano nate tante di quelle storie sui Toccati… Bastava un qualunque mistero che subito tutti credevano di avere a che fare con uno di loro… Anche se… Anche se in effetti su una cosa il teppista aveva avuto ragione a scambiarli per Toccati… Erano davvero riusciti a far perdere le loro tracce alla polizia… No, peggio, a quelli della D’Monics… Proprio come i Toccati… Forse, ma solo forse… beh, lui insomma non era di certo un Toccato, lo sapeva di per certo e non lo era neanche Ari… Ma in fondo non era stato merito loro se erano riusciti a fuggire dagli artigli della D’Monics… Era stata quella voce… Forse lei… Poteva darsi che… Ma che diavolo stava pensando?! Adesso ci si metteva anche lui a vedere i Toccati dietro ogni cosa che non sapeva spiegare?
Scuotendo il capo cercò di liberarsi da quei pensieri confusionari e si concentrò sui problemi più immediati
“Dove ci stai portando?” Chiese alla loro guida che sembrava aver acquisito una buona dose di entusiasmo nella sua camminata
“Stiamo andando verso uno dei nascondigli della banda. Lo conosciamo in pochi, dovrebbe fare al caso vostro… C’è solo un po’ da camminare…”
Dopo aver aggirato un palazzo relativamente basso, il trio si rituffò nel fiume di gente di una delle strade trafficate, una di quelle illuminata dalle luci al neon dei locali notturni, percorse da decine di ragazzi in cerca del loro sballo quotidiano, teatro di lavoro di molte ragazze di poco vestite che invitavano ad entrare nei vari locali sotto l’occhio vigile di energumeni dai visibili impianti bionici. Dovettero solo giungere dall’altra parte della strada, ma fu un viaggio snervante e che sembrò lunghissimo. Fu difficile non andare a sbattere contro nessuno e pure non incrociare lo sguardo con quello dei vari passanti, ma sapevano che anche solo questo genere di cosa poteva dare pretesto ad un’aggressione. Non a caso la conta dei morti ogni notte era abbastanza lunga da potersi guadagnare uno show televisivo tutto suo… Senza contare che con gli stracci che avevano addosso e senza un’arma sembravano la pubblicità della vittima perfetta…
“Ecco, da qui in poi la cosa dovrebbe farsi più semplice…” Disse il teppista intrufolandosi nuovamente tra i palazzi fino a giungere ad una rampa di cemento che scendeva fino a raggiungere una serranda metallica abbassata. “… Solo un ultimo sforzo” |