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Essendo questo un racconto breve sarebbe davvero fuori luogo scrivere
una introduzione più lunga del racconto stesso, tuttavia, forse più
degli altri, questo scritto necessita alcune precisazioni.
Devo infatti dire che questo racconto era nato quasi per gioco, senza un
intento "serio" cioè di produrre uno scritto di qualità. Al''inizio era
solo la sfida "di stile" di dare un o spessore a un personaggio
affascinante ma piatto come lo possono essere solo quelli dei MMORPG
(Che, per chi non fosse avvezzo agli acronimi della rete sta per Massive
Multiplayer Online Role Playing Game, cioè più o meno Gioco di Ruolo di
Massa In Linea con Multigiocatori) La sigla è piuttosto intimidente, ma
quello che in sostanza significa è che i giocatori non giocano più solo
sul loro computer, ma il loro pc si collega in rete a un "server" dove
approdano anche altri giocatori da tutto il mondo. Tutti quanti creano
un loro personaggio e con esso accedono a un mondo comune, popolato da
mostri e personaggi controllati dal computer, ma anche da altri
personaggi guidati da giocatori come loro. La prospettiva di un mondo
virtuale dove ci si incontra vestendo i panni di un elfo o un nano o
quanto altro è davvero intrigante, peccato però che per ovvie necessità
di programmazione questi giochi (come a maggior parte dei videogiochi)
si a costretta a limitare gli obiettivi dei giocatori a una struttura
abbastanza semplice di missioni che fin troppo spesso si risolvono
semplicemente uccidendo mostri. Per questo, spesso anche l'interazione
tra giocatori "vivi" è rivolta alla soluzione di simili obiettivi,
tagliando fuori quindi quello di cui il gioco di ruolo è poi fatto
davvero, cioè l'interpretazione di un personaggio.
Nel particolare, qui stiamo parlando di Lineage 2, un gioco di origini
coreane (se non vado errato) che ha come suo punto di forza (sempre a
mio avviso) una grafica mozzafiato e soprattutto un design dei
personaggi e dei loro vari "equipaggiamenti" davvero senza pari.
Affascinato dallo stupenda realizzazione della razza degli elfi oscuri,
non ho quindi saputo resistere alla sfida di trasformare un semplice
bambolotto poligonale in un vero e proprio personaggio dandogli un
passato e un'anima.
Ecco, è così che ho cominciato a scrivere questa storia... non avevo
delle pretese particolari, solo mettere assieme un po' di spessore per
assaporare meglio quello che già c'era, ma si sa... Una volta che metti
il piede sulla strada non sai mai dove ti porta... e a volte il
desiderio del viaggio diventa più forte della voglia di casa.
E in effetti non ero proprio partito preparato per questa avventura:
avevo preso uno spunto con un colpo d'occhio e poi avevo chiamato a
raccolta un po' di idee brillanti che mi avevano affascinato e insieme
avevo pensato di frullarle per realizzare un mix non nuovissimo, ma di
impatto.
In particolare, se siete amanti dei videogiochi e degli anime, non
avrete difficoltà a riconoscere delle citazioni abbastanza precise,
anche se assolutamente distanti tra loro. E' un fatto, in vero, che la
parte clou del racconto (la metafora della libertà e del bianco) venga
dall'Anime "Evangelion" con solo un minimo filtraggio. C'è comunque da
dire che sarebbe stato difficile trovare una metafora più indicata per
la situazione descritta (capirete quando leggerete) se non quella
raffigurata dalla Gainax nelle puntate finali del loro cartone animato.
Aggiungerei che la mia visione di tale capolavoro risale comunque a
moltissimo tempo fa e che quindi la citazione è davvero una mia
personale rielaborazione del concetto esposto nel suddetto anime, non un
patetico copia e incolla...
A fianco di questo cameo, credo che videogiocatori esperti non
potranno fare a meno di sentire gli echi della famosissima serie di
Silent Hill nelle macabre descrizioni del racconto. Anche qui, non posso
che fare un inchino al team di sviluppatori del gioco: l'incubo da loro
creato è davvero contorto e di massimo effetto. Dovendo io descrivere le
visioni di una evocatrice di incubi, non ho saputo trattenermi dal
rivolgermi al loro lavoro in quanto secondo me prototipo di ogni orrore.
Una piccola parte l'hanno poi avuta anche Gli E Nomine, gruppo tedesco
di Goth Metal (ma mi è difficile essere certo di questa descrizione: la
loro musica è davvero un genere a parte) che con le loro musiche hanno
saputo davvero ispirarmi l'atmosfera cupa che Anastrianna aveva bisogno
per la sua storia. E' a "causa" loro se i capitoli portano un titolo
tedesco (a tal proposito la traduzione del titolo "Seelenschmerz"
dovrebbe essere circa "il Dolore dell'Anima"). In effetti la
rappresentazione degli elfi oscuri di Lineage è intrisa di Gotico da
capo a piedi e le atmosfere "sacrali" degli E Nomine calzavano a
pennello per la mistica visione della protagonista. Curiosamente, però,
il brano che più mi ha ispirato ("Exitus") è quello che, nel testo, è
meno vicino alla storia che volevo raccontare, eppure il più adatto come
atmosfera. Infatti esso narra la storia di un uomo che, disgustato dalla
sua vita vuota e fatta solo di sofferenze, offre la sua vita a una
presumibile entità malvagia in cambio della vita eterna. Una storia di
dannazione, quindi. Al contrario, la storia di Anastrianna è una storia
di riscatto e la frase che corona sia il racconto che la canzone ("Ich
Shenk dir mein Leben": Io ti dono la mia Vita) ha due sensi
completamente diversi nei due contesti; per Anastrianna sarà
un'elevazione. Nel brano musicale è una resa disperata.
Alla fine di tutto questo, se riguardo quindi il racconto, mi rendo
conto che sembri un po' un patchwork di lavori altrui. Eppure non posso
fare a meno di notare che, pur conoscendo la provenienza di ogni singolo
pezzo, alla fine il lavoro sia originale, una storia cioè ancora
non raccontata... Nonostante i pezzi vengano da opere già esistenti,
questo modesto mostro di Frankenstein ha comunque la sua propria forza e
si regge sulle sue proprie gambe... quindi a questo punto non mi resta
che lasciare che voi stessi giudichiate provando voi stessi...
...Il Dolore dell
'Anima |