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«Mmmmh…. Mmmhhh…» Le pareti scheggiate e luride
offrivano un eco piuttosto sinistro, come se lo scantinato squallido ne
avesse davvero bisogno…
Tatlank…
Tatlank tatlank…tatlank tatlank…
Si aggiunse non invitato il treno delle undici e venti; la
lampadina a vista ballò senza ritegno impiccata ai suoi fili rossi e
neri, spegnendosi ad intermittenza in segno di protesta per l’incuria
ricevuta. L’orchestra fu al completo quando entrò la finestra a
lucernario in alto nella parete (che nonostante il nome altisonante non
guardava altro che sul marciapiede) che battè ripetutamente e infine
concluse con un assolo la cacofonia.
«Mmmmmmhh…» risuonò di nuovo l’ombra sul muro
«Come scusa? C’era il treno, potresti ripetere?» Domandò una figura
seduta stanca, i gomiti sulle ginocchia, sbuffando per risollevare i
capelli rossi della frangia che fuoriuscivano dalle lacerazioni di un
bandana davvero di fortuna, arrangiato con qualche materiale grezzo,
mentre rigirava i würstel dopo averli cotti su un su un fornelletto da campo acceso per terra e li chiudeva in un pane recuperato in qualche hard discount.
«Mmmmhhh… Mhh…»
«Ah, questo?» Commentò la figura seduta sollevando il panino «Mi
spiace, ma… É meglio viaggiare leggeri, ricordi? Ordini del
dottore…»
«Mmh?»
«Sì, sì, fidati è meglio come dico io… Lo so, la fame è sempre
una brutta bestia, me lo diceva sempre anche mio padre; sai, lui da
giovane era un pugile, aveva un sacco di problemi a stare in categoria,
così se ne è dovute beccare parecchie di diete… Diceva che il metodo
migliore che aveva per superarle era di farsi raccontare cazzate da un
compagno fino a che non crollava dal sonno… Tu che ne pensi? Ti
aiuterebbe?»
«Mmmmhh?!»
«Sì, non preoccuparti, non è un disturbo per me, anzi sono davvero
felice di sciogliere un po’ la lingua, è parecchio che non ho un
amico gentile come te che sta ad ascoltarmi… Dunque, da dove vuoi che
cominci?»
«Mhh!…. Mmmmmmhhh Mhhh Mmhhhhhh!»
«Ah, dall’inizio, sì, quella è sempre la parte migliore anche per
me, è bello che tu abbia così tanta voglia di stare ad ascoltare una
storia patetica come la mia… Dunque…»
«Credo che la storia sia cominciata… Vediamo… Bah, un po’
di tempo fa comunque, un po’ più di un anno, forse due...»
«Allora Sara, hai preso tutto stavolta?» Fece allegro l’uomo alla
guida del furgone, voltandosi a guardare la figlia sul sedile di dietro:
una bella ragazza sui diciassette anni con i lunghi capelli rossi e lo
sguardo vivace intenta a sistemarsi la semplice maglietta bianca sul
seno piuttosto abbondante.
«Sì, pa’, sono a posto» Replicò risollevando il
capo verso di lui
«Hai anche il costume che ti sei comprata a Miami? Quello tutto a
frattali?» Puntualizzò la madre, seduta a fianco del posto di guida,
lanciando un’occhiata alla figlia attraverso lo specchietto al centro
del parabrezza
«Sì, ce l’ho, mamma»
«Non è vero, ma’» S’intromise il fratello maggiore, seduto alla
sinistra della ragazza «Ha preso quello arcobaleno, quello tutto
trasparente! Lo sai che se lo vuole mettere ogni volta che andiamo in
piscina!»
«Non dire stronzate Joey!» Disse lei girandosi di scatto cercando di
colpirlo con un manrovescio nell’angusto spazio, facilitando la parata
del fratello che si difese afferrandole il polso e frapponendo l’altro
braccio per parare i buffetti che ripetutamente tentavano di
schiaffeggiarlo «Quello schifo l’hai comprato tu per soddisfare le
tue fantasie represse da quella frigida della tua tipa!»
«Ragazzi…» Tentò blandamente di abbonirli il padre
«No, è vero mamma!» Esclamò il fratello minore, seduto dietro la
madre «L’ho vista che se lo provava in camera prima di partire e si
massaggiava davanti allo specchio! Guarda ha ancora le fragoline dure!»
Concluse mentre infilava le mani sotto le braccia della sorella per
andare a coprire il seno. Sara chiuse i gomiti bloccando le braccia del fratello
«Vaffanculo Mike! Tieni giù quelle cazzo di mani!» Sgomitò per
ricacciarlo al suo posto, mentre Mike rideva insieme al fratello. La
madre si girò, puntandoli con il dito severo ma lo sguardo benevolo
«Basta ragazzi, calmi là dietro. E tu Sara non dire parolacce, una
ragazza non deve essere così sboccata»
«Sì, mamma» Obbedirono i tre tornando composti
Cazzo, quello stronzo di Mike; sono sicura che mi avrebbe messa
volentieri a quattro zampe, quel bastardello! Ah, fottuti adolescenti in
calore, gli basta vedere un bel paio di tette e vogliono subito metterci
le mani sopra, fossero anche quelle di loro madre! Credici o no, quella
ero proprio io! Con anche tutta la mia allegra famiglia! In viaggio
verso le vacanze, Nuova Palm Springs, amici ricchi, cioè, ancora più
ricchi, sole e un sacco di divertimento…
«Forza ragazzi, state calmi, siamo
appena partiti» Si aggiunse il padre «Abbiate pazienza che tra un
po’ facciamo una sosta per il pranzo»
«E dove?» Chiese Joey sporgendosi sui sedili anteriori «…Non siamo
mica in autostrada»
«La mamma ha preparato un fantastico pranzetto al sacco e ci fermiamo
in quella bella area verde di sosta che non conosce nessuno, quindi…
Allegri ragazzi! Oggi si sta a contatto con la natura!»
Mio padre era un fanatico delle cose vecchio stile, dei campeggi,
delle partite di baseball e dell’andare a pescare insieme ai figli;
quell’area verde di cui parlava l’avevamo scoperta qualche anno
prima, sempre mentre andavamo dagli amici, non c’era mai nessuno,
forse perché oramai nessuno utilizzava le strade statali al posto delle
autostrade… Fatto sta che quell’area, attrezzata con un paio di
tavoli in legno e addirittura una fontana con acqua potabile, era sempre
vuota, credo davvero che gli unici visitatori fossimo noi, beh, mi
dicevo, tanto meglio…
«Sara!» Chiamò l’uomo «Vai a
prendere una bella brocca d’acqua fresca! Per oggi basta con tutte
quelle schifezze chimiche che bevete di solito!» Sentenziò il padre,
allungando la caraffa in direzione della figlia che la accolse senza
troppe storie, nonostante i fratelli avessero già cominciato a
protestare sulla troppa ecologicità dell’escursione
«Ma dai pa’… Non va bene la solita roba?» Fece Joey
«No» Replicò semplicemente l’uomo mentre tirava fuori da un cesto
delle vettovaglie
«E dai…» insistette l’altro fratello «…Non fare andare Sara a
prendere l’acqua…»
«Ti preoccupi per tua sorella? Toccante..» Fece sarcastico il padre
«Ma no… É solo che lo sai che se la lasci un momento da sola non fa
altro che toccarsi in strane parti…»
«Vaffanculo Mike…» Giunse da poco più in là il commento distratto
di Sara, privo di cadenza come una noiosa routine, e puntualmente…
«Sara, le parolacce…» Ammonì la madre
«Sì, sì, scusa mamma…» poi fu troppo lontana per continuare
«Dovresti davvero darci un taglio con questi scherzi, Mike…» lo
riprese distrattamente il padre, mentre dal cesto faceva saltar fuori
anche una palla da baseball «… Ma tu guarda, una palla!» Rimarcò già
dimentico della ramanzina che stava facendo «Forza Joey, facciamo un paio di
tiri, mentre la mamma apparecchia!»
«Ma non abbiamo neanche una mazza!»
«Quanto siete viziati voi ragazzi d’oggi! C’è un bosco qui di
fianco, un qualunque ramo un po’ grosso andrà benissimo» E ciò
detto si mise in direzione del boschetto accanto all’area «Forza Joey,
vieni insieme a me a cercarlo, così facciamo prima» Il ragazzo sospirò
un attimo, ma poi si mise subito dietro al padre mentre Mike rimaneva
indietro ad aiutare la madre
«Comincia ad annuvolarsi…» commentò il ragazzo, naso all’insù
«Hai ragione… Speriamo non venga a piovere proprio ora…»
«Tira una strana aria… Sembra debba succedere qualcosa da un momento
all’altro…»
«Basta con i racconti di fantasia, torna sulla terra e metti giù le
posate…»
Il rumore delle foglie secche, rimaste a coprire il suolo come
reminiscenza dell’inverno da poco passato, risuonava sotto i piedi dell’uomo, formando insieme ai leggeri rumori
degli uccelli l’unico contorno all’incessante scrosciare
dell’acqua del fiume che doveva scorrere non molto lontano da lì; al
di sotto della coltre di rami che si intrecciavano sopra di lui, la sua
vista cercava qualcosa che non si trovava
«Ma tu pensa!» Commentò soprappensiero l’uomo «Non si trova un
ramo a pagarlo oro! Sembra sia passato di qui un dannato boscaiolo a far
legna!»
Cazzo se
aveva ragione! Mio padre ha sempre avuto un gran fiuto, e certe cose gli
saltavano subito all’occhio…Peccato che si mancò l’unica cosa che
avrebbe fatto meglio a non mancarsi…
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