"Vengeance is a terrible Ghost... Chasing it could bring nothing but Misfortune..."

Ishmael -

BGM: “Kain Encounter”

“Si… Signor Ishmael…” Balbettò Ari terrorizzata “É… É lei?”
“Non… non ci faccia del male, noi…” Fece di rimando Izu. L’enorme figura metallica si mosse verso di loro con incredibile leggerezza, quasi non stesse nemmeno toccando il terreno, ben differentemente dal passo zoppicante che il vecchio aveva prima. Izu avrebbe potuto chiedersi come fosse stato possibile ciò che aveva visto, ma, in un posto come EcatombCheriArk, il problema di trovare una risposta a tale domanda non era quello della scarsità di possibilità, quanto l’esatto contrario, cioè l’esistenza di fin troppe spiegazioni logiche: Mutazione di forma, Evocazione di oggetti, Cibernetica nanotecnologica, Manifestazione spirituale… e molto altro ancora… Ora come ora, anche il sapere quale di queste fosse la causa del repentino cambiamento non lo avrebbe aiutato affatto, se chi aveva preso il posto del gentile vecchio non fosse stato altrettanto incline alla benevolenza.
“Non temete” Disse la profonda voce elettronica “Manterrò il mio impegno di proteggervi”
“Voi… Chi… Cosa siete?” Chiese Izu per guadagnare tempo utile a rimettere insieme le idee e a calmare un poco la paura “É un’armatura quella che vedo?”
“No… Questo è il mio stesso corpo” Rispose molto direttamente ciò che il prete era diventato fissandoli dall’alto
“Siete un Cyborg, allora?”
“No, non ho alcuna parte umana nella mia struttura” Questa risposta lo inquietò certo più della precedente.
“A… Allora siete un Robot?” Concluse facendo istintivamente un passo indietro.
“Nemmeno. Non agisco in base ad una programmazione: il funzionamento del mio impianto cerebrale è del tutto simile al vostro, ma è basato sul silicio…”
“Siete… Siete una specie di uomo di ferro?” Chiese Ari con voce tremula e con sincera ingenuità. Per qualche istante il gigante tacque, facendo loro temere di averlo irritato con quel paragone. Poi, proprio quando stavano per scusarsi, giunse la risposta.
“Sì… Vorrei proprio che fosse così… ma ho ancora molto da imparare su cosa significhi essere vivi… essere umani… ma spero un giorno di poter essere definito come avete detto voi, signorina…” Per un qualche motivo, l’affermazione prese un tono più “umano”, appunto, delle affermazioni precedenti, rilassandoli un poco “Ma ora io non sono importante… Voi sembrate avere problemi ben più pressanti, perché non mi dite di preciso cosa vi affligge, così che io possa aiutarvi ad elaborare una soluzione?”

BGM: “Big Shell”

Avendo I ragazzi acconsentito a farsi aiutare dal non più tanto vecchio Ishmael, egli ritornò alle sue più miti sembianze e li riaccompagnò all’interno della costruzione dopo aver disintegrato, letteralmente, il corpo del teppista con un raggio scagliato dal palmo della sua mano. All’interno, Ishmael li portò in un luogo appartato dove potessero parlare tranquillamente senza pericolo di allarmare gli altri residenti.
“Chi vi segue, allora?”
“A dire il vero… Sono… Sono quelli di una corporazione, aiutati dalla polizia…” Rispose Izu
“Cosa avete fatto per far mettere loro in campo un simile dispiegamento di forze?”
“Noi… La Corporazione ci aveva… beh, loro dicono “Acquisiti”… Come “Volontari per Sperimentazione”… Facevano continuamente quei loro maledetti test usandoci come cavie… Così abbiamo deciso di scappare…”
“Non posso non dubitare del fatto che questo sia tutto… Difficilmente per un simile motivo avrebbero condotto una ricerca su così ampia scala”
“Il fatto… Il fatto è che prima di andarcene abbiamo preso un oggetto che custodivano in una parte segreta del laboratorio… Suppongo che sia questo quello che stanno davvero cercando” Disse Izu stringendo a sé la borsa di tela in cui era contenuto il prezioso Libro
“Di cosa si tratta?”
“Non lo sappiamo di preciso… Sembra un libro, ma non capisco cosa vi sia scritto…”
“Posso vederlo?” Izu titubò un attimo alla domanda, poi ricordando quanto sarebbe stato facile per Ishmael strappargli il libro già da tempo, capì che non poteva avere intenzioni ostili.
“Ecco” Soggiunse sfilandosi la sacca da tracolla. Le mani avvolte dal telo aprirono la logora borsa e ne estrassero il prezioso contenuto. Da sotto il cappuccio, gli occhi meccanici di Ishmael osservavano attentamente, mentre le pagine venivano sfogliate sotto di loro, poi Ishmael chiuse il libro con dovuta cautela e lo ripose nella borsa, ripassandola al ragazzo.
“Deve essere davvero un grande tesoro…”
“Siete riuscito a capire che cosa vi sia scritto?!” Chiese emozionato Izu
“No… Proprio per questo credo debba essere un grande tesoro. Conosco centinaia di linguaggi e tra questi ve ne sono molti arcani e sacri, conosco anche varie lingue ormai morte che venivano parlate anche secoli fa, ma ciò che è scritto su quel libro mi risulta incomprensibile… La sua datazione o la sua provenienza devono essere sicuramente un mistero che può condurre ad una grande conoscenza… Ora mi è chiaro perché la Corporazione lo rivuole indietro… Ma non mi è chiaro come abbiate potuto sottrargli un tale prezioso… anche se sospetto abbia a che fare con il come hai fatto a capire che quel ragazzo vi stava tradendo… La risposta sta forse nel possesso di poteri precognitivi?” Izu deglutì nervosamente, cercando di mettere assieme le parole per spiegare tutta quella strana storia, poi decise di andare diritto al punto.
“No… Ma un giorno, improvvisamente, ho cominciato ad udire una voce che nessun altro può sentire… Questa voce sembra conoscere moltissime cose… Quando ero prigioniero della corporazione mi ha guidato passo passo fino da Ari e poi fino a permetterci di fuggire… e di prendere il Libro…” Un lieve movimento sotto il manto diede l’impressione che a quelle parole Ishmael si fosse accigliato, facendosi più vicino a loro
“Dimmi, ragazzo… tu possiedi qualche impianto cibernetico?”
“N…No…” Fu la confusa risposta di lui, che non capiva bene cosa c’entrasse tutto ciò con la domanda precedente
“Mmmm… É a dire il vero una cosa strana… Anche io ho vissuto una simile esperienza… e la vivo tutt’ora… odo anche io una voce che mi consiglia e mi conforta… Ma, per quanto mi è concesso sapere, essa parla solo a coloro che hanno un corpo e un’anima di metallo…” Izu corrugò le sopracciglia, tentando di capire se esisteva una qualche correlazione tra quei due avvenimenti: forse che segretamente la Corporazione lo avesse trasformato in cyborg a sua insaputa? Impossibile! Che “semplicemente” avessero ricostruito il suo cervello dall’interno usando delle nanomacchine? Che fosse semplicemente un caso?
“Io… La voce che sento parla una lingua indecifrabile… Eppure io riesco a comprendere il senso esatto di quello che dice, benché i suoni mi risultino sconosciuti… e sembra sempre un sussurro…” Cercò di precisare lui per verificare un’eventuale somiglianza.
“No” Fu la secca risposta di Ishmael “I dati non coincidono con i miei… Deve trattarsi di qualcosa di diverso… Ti ha quindi avvertito lei del pericolo posto da quel ragazzo?”
“Sì…” Rispose Izu un po’ deluso e frustrato dall’aver perso l’unica traccia utile per dipanare quel mistero “Credo… Credo che non mi abbia avvertito prima perché voleva… Voleva portarmi qui… É sempre come se sapesse tutto… Forse sapeva che ci avreste aiutato…”
“Vi aiuterò anche se non fosse così, non temete… Ma a dire il vero io posso fare ben poco per risolvere questo enigma… Qui posso tenervi al sicuro, mentre porto via il libro da qualche altra parte…”
“No!” Esclamò preoccupato il ragazzo “Vi prego, non portatelo via! Credo che voglia che sia io a portarlo!” Un lungo silenzio seguì la sua affermazione, mentre il loro ospite li fissava attentamente
“Tu menti” Disse solo lapidariamente lui “Non lo credi affatto… Allora perché desideri così tanto un oggetto che a te può portare solo sventura?” Izu abbassò lo sguardo, avvilito per aver mentito proprio a chi tentava di aiutarli e tentò di spiegarsi il meglio possibile
“Io… Io credo che questo libro sia in qualche modo pericoloso per la Corporazione… Credo che possa essere usato contro di loro in un qualche modo… Forse la Voce lo sa…”
“Non c’è bisogno che sia tu a rischiare così tanto… Conosco persone che possono portare sulle spalle un simile peso e tentare il tuo stesso obbiettivo”
“No! Voglio essere io a fargliela pagare! Voglio che paghino per tutto quello che hanno fatto a me e ad Ari! Voglio farlo con queste mie mani!” Ari, un po’ spaventata da quell’atteggiamento che Izu sembrava aver assunto da un po’ di tempo a quella parte, non potè fare a meno di stringersi alla sua spalla con un cenno di lacrime negli occhi.
“Ragazzo… La vendetta è un terribile fantasma… perseguirla potrebbe non portarti altro che sventura… e anche se raggiungessi il tuo scopo, dopo ti accorgeresti di esserti riempito di essa al punto di sentirti completamente vuoto senza il suo desiderio…”
“Non mi importa! Non me ne starò certo a guardare!” Ishmael tacque di nuovo, poi riprese dopo una lunga pausa
“Sei libero di seguire il tuo giudizio… Anche se è terribilmente rischioso, sento che ha il seme per portarti ad una grande saggezza… Ti auguro solo di trovarla prima che tu ti spinga troppo in là” Izu tacque a sua volta, non sapendo se aveva detto bene o aveva solo sputato sciocchezze… Credeva veramente a quello che diceva? Voleva davvero inseguire questo desiderio di vendetta a tutti i costi? Sì, lo sentiva… ma perché? Perché lo desiderava così intensamente? Era per quello che avevano fatto a lui e ad Ari in quei laboratori? Di certo, ma era come se ci fosse qualcosa in più, qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa che era la sua Vera ragione… Si chiese se la Voce c’entrasse in tutto questo… Se non fosse la Sua volontà che lo muoveva…
“Se sei intenzionato a scoprire qualcosa di quell’oggetto e di quella voce, devi trovare qualcuno che comprenda di più di queste faccende Spirituali… So che la massima autorità in questo campo va alla Setta del Grande Cielo… E non sono nemmeno vicini alle macchinazioni delle corporazioni, forse loro potrebbero darvi dei consigli in proposito… Vi indicherò dove trovare la Setta, poi potrete lì recarvi quando desiderate. Vi accolgo come fratelli qui in questo rifugio, ma sappiate che con quel Libro appresso, esso non potrà difendervi a lungo…”