Oltre la Linea

“Io sono sveglia… Siete voi che state dormendo…” Commentò con tono appena udibile, voltandole le spalle apparentemente per guardare le serrande del locale dietro di lei, dicendo ciò con la voce di chi parla più a se stesso che a qualcun altro
“Ma senti che…” Cominciò la ragazza, ma non appena le Notturne parole ebbero echeggiato una volta, la ragazza dai capelli verdi la stuzzicò nuovamente con quel tono sarcastico
“Che tono… Sembri sicura del fatto tuo…”
“Lo sono!” Le abbaiò di rimando lei. Avrebbe voluto continuare, ma l’altra non le badò e proseguì.
“…Eppure non era cominciata così, la serata, vero?…” Ancora una volta, la ragazza avrebbe voluto avere la risposta pronta per mettere a posto quella impudente, ma si soffermò troppo a lungo a cercare il senso di quelle parole, corrugando le sopracciglia, come se potesse aguzzare la vista per vedere meglio il significato. “E non erano cominciate così neanche quelle prima, vero? Posso dirlo perché mi è sembrato di vedere la faccia di una persona felice di avere trovato una scusa per non presentarsi a quel “diciottesimo”, quando hai capito di essere davvero lontana…”
“Ma… Ma di cosa stai parlando? Secondo te qualcuno potrebbe mai preferire di trovarsi di notte in un posto così spettrale e vuoto anziché stare con i suoi amici?!”
“No… Se uno gli amici li avesse, però…” Commentò secca la Gelida figura che fino a quel momento era rimasta immobile come una statua di ghiaccio, senza nemmeno dare l’impressione di essere viva.
“Come ti permetti?! Io ho un sacco di amici, ho dovuto comprare due schede per il cellulare, perché la rubrica di una l’avevo riempita tutta! Non sono certo una che passa le sue serate ad “Ascoltare il Silenzio” perché non conosce nessuno!” Pensò di aver segnato un punto definitivo con quella stoccata, ma per tutta risposta la ragazza coi capelli verdi continuò a sorriderle e lanciò un commento affilato come una lama di damasco.
“Che modo singolare di valutare il volume delle proprie amicizie… Rubriche di cellulari riempite…”
“Io…”
“Non fraintendermi… Non voglio offenderti… Non fino a questo punto almeno… Ma credo che la mia amica abbia ragione… Proprio perché mi sembri una ragazza intelligente… Proprio perché mi sembri una ragazza curiosa… E una ragazza curiosa… Finisce sempre per fare domande… E alla fine non può fare a meno di farle anche a se stessa…”
“…Come per esempio… E se i miei amici non facessero che finta di essere miei amici?” Concluse la ragazza dai capelli blu in perfetta sincronia con la compagna.
“Se… Sei solo invidiosa! Io e i miei amici siamo molto legati! L’amicizia per noi viene prima di tutto!”
“Ti vogliono bene i tuoi amici?” Chiese con semplicità la più espressiva delle sue quattro interlocutrici
“Certo!” Rispose prontamente lei, ma un fremito le percorse la voce, riverberando dalla sua anima.
“…Quanto tu ne vuoi a loro?…” Punse nuovamente l’amica dal viso lunare.
“…E’ questo che ti sei chiesta, no?…” Continuò l’altra
“…Mentono a me con la stessa facilità con cui io mento a loro?…” Concluse l’amica senza pietà.
Trasalì, quasi si sentì impallidire, mentre il suo sguardo si volgeva a terra e il suo braccio seguiva lo sguardo, come avesse perso la forza di tenerle sollevate entrambe. Deglutì cercando di dare sollievo alla sua gola secca riarsa più da una terribile ansia che dalla sete: sarebbe stato semplice farle smettere, sarebbe stato semplice vincere quella conversazione… Sarebbe bastato solo dire “Io non mento mai, né ai miei amici né agli altri” per non dare modo a quelle quattro di umiliarla ancora… Sarebbe in fondo bastato dire… una piccola bugia… come ne aveva dette tante… per guadagnarsi dei regali… o dei favori… o dei perdoni…….O degli Amici… Ma poi… perché stava a quell’ora della notte discutere con quelle strane figure, in quel posto così dimenticato da tutto e tutti? Perché non si era già da tempo voltata e non era scappata da quella gabbia di matti, per tornare al suo mondo così normale e abituale?
“Perché non vuoi” Le rispose ad alta voce la Notturna ragazza, destandosi dalla sua contemplazione e volgendole di nuovo lo sguardo “Perché sai di non aver più nessun posto dove fare ritorno…” Il suo capo tornò con uno scatto a fissare le quattro figure davanti a lei, le labbra dischiuse come per voler chiedere spiegazioni, ma troppo stupite per proferire alcunché. “Per questo hai desiderato di non giungere a questa ennesima sceneggiata che fino ad ora hai sempre chiamato “festa”… Perché sei stanca di dover sempre mentire per non ricevere altro in cambio che altre menzogne…”
“Perché ti sei chiesta… C’è mai stata nella mia vita almeno una sola persona che non mi abbia mentito… O a cui IO non abbia mentito?” Aggiunse la Gelida amica senza alcun riguardo per il suo ego già sanguinante
“Sono mai Piaciuta a qualcuno per quello che sono e non per le bugie che ho detto e fatto?” Aggiunse quasi controvoglia la sua Domina, senza darsi troppa pena di quanto potesse ferirla
“E quando mi hanno tanto elogiata e ammirata… Non avranno, come io ho sempre fatto, forse mentito per avere da me qualcosa?” La finì Gelida con un’implacabile fendente. I suoi occhi si sgranarono e ora anche la sua schiena era curva, come se il peso delle accuse fosse tale da gravare sul corpo quanto sull’anima: avrebbe voluto gridare “No!” per ricacciare indietro tutte quelle cose, tutti quei pensieri… ma non ci riuscì… perché sapeva che, se anche loro le avessero creduto, lei stessa non l’avrebbe fatto… Oramai conosceva così bene le bugie che le era impossibile non riconoscere il suono che avevano quando uscivano dalle sue labbra.
Ora… Ora sì che voleva piangere… Ora sì che le lacrime avrebbero voluto affacciarsi ai suoi occhi… ma era passato così tanto tempo dall’ultima volta che aveva pianto in modo spontaneo, che sembrava non ricordarsi più come si faceva. Allora la ragazza dai capelli verdi riprese a giocare con il nastro nero e si sollevò dal suo seggio, andandole incontro, come fa un guerriero per finire il proprio avversario.
“Per questo fino ad oggi hai tanto amato quel “bel posto” da cui vieni… Perché con tutto quel rumore che ti circondava e al ritmo del quale fingevi di ballare, potevi non ascoltare i tuoi pensieri… le tue domande… Perché con tutte quelle luci colorate che ti sfavillavano attorno… potevi non vedere che la notte è già calata… ed intorno a te c’è solo il buio… Perché con tutte quelle persone che ti circondavano e con cui fingevi di parlare… potevi ignorare la verità…… Che sei assolutamente Sola…” E le sue parole l’avevano portata a sovrastarla ormai anche fisicamente, giunta a guardarla dall’alto, tacque, fissandola solo con occhi quasi divertiti, lasciando che la ragazza dai capelli rossi finisse il pensiero
“Per questo il luogo in cui sei giunta ti fa tanto terrore… Perché ti è estraneo… Perché è come tutto ciò che ti ha finora circondato non è mai stato… Perché non ti mente… Né ti illude… Né ti tiene prigioniera con degli inganni… Perché è Sincero… Perché qui puoi vedere quello che finora hai fatto tanto per non vedere… Che non c’è nessuna voce che voglia veramente dirti qualcosa… che non c’è null’altro che un tetro buio nella tua vita, priva di qualunque luce ad illuminarne l’esistenza…” Con l’ultimo colpo, la ragazza cadde in ginocchio, le braccia a sorreggere il corpo, il capo chino in un singhiozzo strozzato “… Ecco, ascolta…” disse solo per poi lasciare che il silenzio del luogo fosse riempito solo dai singhiozzi della nuova arrivata “Questo è l’unico suono vero della tua vita… quello che tanto hai fatto per non sentire… per tutto questo tempo… hai impedito che il tuo richiamo d’aiuto fosse udito dalla persona più importante… Te Stessa…” Dopo queste parole, tutte e quattro tornarono silenti, come se stessero assaporando quel momento tanto tragico… tanto sincero… Niente giungeva ad interrompere l’ordalia che la ragazza stava affrontando e l’intero luogo sembrava condividere il desiderio di quelle quattro dame