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-Soundtrack: Black Sun
--La sera è calma, quasi statica, dentro la casa il tempo sembra essersi fermato… Due candelabri brillano appoggiati su di una tavola imbandita, la luce è fioca, ma dolce e accogliente. Luna cammina veloce, felice, assaporando i momenti che la separano dal ritorno dell’amato e, canticchiando, saltella da una parte all’altra portando i piatti e controllando la cottura della torta. Attende impaziente che John bussi alla porta. Lo aspetta da tanto, sarà una serata speciale, intima e dolce. Luna indossa quella camicia da notte che a John piace tanto perché dice che “profuma di buono, profuma di lei”… Ed infine, come un lampo a ciel sereno, due volte la porta viene toccata da fuori: è un poco in ritardo, ma non importa, saprà farsi perdonare… Corre alla porta, scalza, con gioia la apre e profonde in un “Bentornato!” Le labbra di John si schiudono in uno strano sorriso “Come è andato il convegno?” Per tutta risposta lui la afferra di scatto, trascinandola a sé, poi la bacia, ma non come fa di solito, le preme con forza le labbra sulle sue, con irruenza e a più riprese Luna sente la sua lingua che tenta di insinuarsi in quel bacio… Non aveva mai fatto così prima d’ora…
Un poco imbarazzata, Luna si stacca arrossendo “Deve essere andato a meraviglia a quanto vedo!” Commenta passando sopra la cosa e invitandolo ad entrare in casa “Così almeno non dovremo preoccuparci degli sguardi indiscreti…” John, sempre in silenzio, ma con quello strano sorriso entra con lei e chiude dietro di sé la porta “Ho preparato una bella cenetta… Ho fatto anche la torta che ti piace tanto, sei contento?…” Ma lui non risponde. Luna si volta un po’ preoccupata e lo osserva attendendo una risposta che non arriva “John, ma stai bene?” Chiede avvicinandosi in ansia “Sembri un po’ strano e sei anche tutto in disordine, è successo qualcosa?”
“Qualcosa?” Risponde finalmente lui “Certo che è successo qualcosa, piccola… E voglio che anche tu prenda parte alla mia felicità per quello che è successo…” Ma i suoi occhi non sono normali mentre lo dice e non è normale nemmeno il suo sorriso che pende di più verso un ghigno, poi, con uno scatto la trae nuovamente a sé afferrandola per la vita e per un polso, avvicinando i loro sguardi in un incrocio insopportabile. Lei si dibatte e con fatica riesce a sfuggire alla presa
“Johnny, ma che ti prende?! Non hai mai fatto così!” Ma per tutta risposta lui la costringe contro il muro, scattandole vicinissimo e ansimando con la follia negli occhi
“E’ ora di cambiare piccolina!”
“John, basta, non sei più divertente! Mi fai paura!” E con forza lo respinge sottraendosi alla stretta, cercando di allontanarsi
“Non osare ribellarti, piccola ingrata!” Grida lui tirandole un poderoso schiaffo, lei si ritrae veloce, ma lui la colpisce di striscio… Come se avesse le unghie lunghissime, il colpo la ferisce sulla spalla, incidendole una lieve ferita… Se l’avesse presa in pieno volto, senza dubbio le avrebbe staccato la testa… E’ solo per un attimo che Luna si lascia sorprendere, ma lei è una ragazza coi nervi saldi e, anche se impauritissima, subito scatta via, verso la camera da letto “Dove vai ragazzina?!” Grida lui e subito le si getta dietro, tentando di afferrarla, ma lei è più veloce di un soffio e con la forza della disperazione raggiunge la porta della camera, vi si tuffa dentro e più veloce che può se la chiude dietro, lasciandolo fuori…
Ansima Luna, ha una paura folle, non sta capendo nulla di quello che sta succedendo. Sa solo che tutto sta andando a rotoli. Da fuori John picchia forte contro la porta, e grida ancora più forte “Apri questa porta stupida!” Lei ha il fiato corto, si guarda intorno, spaurita, cercando qualcosa, qualunque cosa che la aiuti. Poi vede la finestra che dà sulla scala antincendio e capisce che è meglio tagliare la corda, quella porta non lo fermerà per sempre
“Apri immediatamente questa porta! Sono tuo marito, non puoi chiudermi fuori!” Luna gli presta poca attenzione mentre si infila la prima maglia che trova, giusto per non andare in strada mezza nuda
“Non è vero! Non so chi tu sia, ma non sei il mio Johnny! Lui non avrebbe mai fatto nulla del genere!” Poi rivolge la sua attenzione verso i cassetti, dove John teneva la pistola e fruga disperatamente
“Luna, tu sei mia! E io sono qui per reclamarti di diritto!”
“Basta, stai zitto!” Dice sul punto di piangere, mentre chiude sbattendo un cassetto, disperata
“Sono il tuo sposo, Luna! Non puoi rinnegarmi! Ricordi cosa giurasti sull’altare? “Finché morte non ci separi”! Devi servirmi come merito! Sono tuo Marito!” Luna si accascia, scivolando con la schiena contro il muro, prendendosi il capo tra le mani, disperata
“Basta… Basta… Stai zitto…” Mormora piangendo…E da fuori i rumori cessano, mentre lei continua a singhiozzare… Poi la voce di John torna a parlare, ma è diversa da prima, è tornata normale, è quella di sempre
“Luna… Luna, ci sei?” Lei risolleva il capo, smettendo di piangere e rimane ad ascoltare non capendo “Luna, stai bene? Non… Non volevo farti piangere… Volevo farti solo un po’ di paura… Volevo farti uno scherzo… Scusa, mi spiace che sia andato tutto storto…”
“No… Non è vero! Non sei John! Lui non farebbe mai una cosa del genere! Chiunque tu sia, vattene! Ho una pistola e se non te ne vai chiamerò la polizia!”
“Luna no, dai non fare così, sono io, sul serio… Ascolta, so che ho fatto una sciocchezza, ma devi perdonarmi… Rimedierò, lo giuro”
“Basta ho detto! Vattene subito!”
“Luna… Sono io… Ascolta, ti ricordi dell’anello che ti ho regalato il giorno del matrimonio? Non era un granché, era solo placcato e aveva inciso un simbolo che dicevi assomigliare a una M… Quando ti chiesi di perdonarmi perché non avevo potuto comprartene uno migliore, mi dicesti che non ti importava e che mi avresti sposato se quello fosse stato anche solo un pezzo di tolla… E il profumo che hai messo, è l’unico che tu abbia mai comprato, lo hai preso al discount dell’università perché dicevi che era semplice e lo avresti messo nelle occasioni speciali… Sono io, Luna, come potrei sapere queste cose?” Ha ragione, nessuno sapeva tutte quelle cose… Il respiro si calmò un poco e Luna si avvicina alla porta, sempre circospetta…
“John…” Fece timidamente
“Sì, piccola, sono io… Scusa…” Luna dà uno sguardo, non del tutto convinta, alla ferita sulla spalla
“John… Ti ricordi il primo giorno in cui ci siamo conosciuti? In classe quando mi interrogasti… Che voto mi desti?”
“Non ti detti proprio nessun voto, piccolina. Non ti interrogai e tu non mi dicesti neanche una parola, stesti tutto il tempo china sul tuo quaderno di poesie a scrivere… Convinta adesso?” Lei espirò cercando di fermare il batticuore
“Mamma mia John, mi hai spaventata a morte, non fare mai più una cosa del genere…”
“Anche tu però sei stata una cattiva bambina…”
“Eh?...”
“Non dovresti dire le bugie al tuo maritino…” Luna sbatte due volte le palpebre non capendo e vorrebbe chiedere una spiegazione, ma questa arriva prima del previsto… Tutto d’un tratto la porta si squarcia con fragore ed il braccio di John le passa attraverso, afferrandola per la spalla, poi un altro pezzo della porta va in frantumi e può vedere il suo volto, ghignante e furbesco… “Mi dici le bugie piccolina, non hai alcuna pistola lì con te… Perché… Ecco, ce l’ho qui con me…” Dice mostrandola dal buco e sempre sbirciandola… “Sei stata proprio cattiva… Dovrò punirti… E se ti stai ancora chiedendo se sono un impostore… Rassegnati, sono proprio la tua dolce metà… La pistola la tenevo sempre nel secondo cassetto dall’alto nell’armadietto a sinistra del letto… Non è forse lì il posto dove hai cercato subito?... Ora stai ferma un attimo, così il tuo caro marito ti regala una bella cosa…” Sibila mentre punta in linea la pistola, mirandola dall’altra parte. Luna ruota su se stesa, divincolandosi e proprio in quel momento… BANG… Luna rotola per terra, poi aiutandosi con le mani corre verso la finestra mentre ancora si rialza e con un balzo è già fuori in corsa…
Non sa cosa sta succedendo, ma forse John è impazzito, perché quello è John, senza dubbio, ma allo stesso tempo non lo è più, ma adesso proprio non c’è tempo per pensarci… Proprio mentre salta fuori la porta cede del tutto e va in pezzi. Lei si precipita giù dalle scale e due volte gli spari riempiono l’aria, ma sono seguiti dal rumore del metallo della scala che, colpito, ferma i colpi… Luna, scalza, raggiunge il vicoletto sottostante con la paura che le stringe l’animo… Ed è in quell’istante che John piomba dietro di lei. A Luna pare di averlo visto cadere direttamente dalla finestra, anche se non potrebbe giurarlo, senza farsi nulla, alzando un discreto polverone. E quando la polvere si adagia, il volto di lui è sconvolgente, piegato in un ghigno sadico che la riempie di terrore e lei, più veloce del vento, si volta e scappa, scappa più in fretta che può…
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