Die Freiheit und das Weiss


Non passò neanche un istante da quando il suo fiato si spense nella fetida aria del suo incubo che tutto quanto divenne improvvisamente bianco. Il cielo scomparve, il buio scomparve, i suoni scomparvero e gli odori e il caldo delle fiamme e ogni oggetto scomparve… Tutto divenne immensamente e completamente bianco. Disorientata, la ragazza rivolse la sua voce alla Madre

“Amryza, Madre Mia… Che cosa è successo?”

“Ora sei libera” Fu la risposta semplice e pacata che riecheggiò in quell’universo bianco. “Ho cancellato qualunque confine che potesse limitarti: ora sei completamente Libera” La ragazza provò a muoversi, ma si accorse che non sentiva terreno sotto i suoi piedi, come se galleggiasse in quel bianco. Provò quindi a guardare le sue mani… ma scoprì che non c’erano più ed insieme ad esse era scomparso tutto il suo corpo.

“Madre Mia, non ho più il mio corpo!”

“Ho cancellato il tuo corpo perché non ti imprigionasse più figlia mia, ora non hai più confini da cui dipendere: ora sei completamente Libera”

“Ma così non posso fare nulla!”

“Al contrario: ora puoi fare qualunque cosa. Non sei felice?”

Non rispose la ragazza, avendola messa giustamente in indugio il pensiero di dover contraddire una Divinità. Ma in quanto tale, Amryza non poteva non sapere cosa la ragazza stesse pensando. Pose così un piccolo globo nero in mezzo a quel bianco infinito.

“Ecco, ti faccio dono di questa sfera nera, Figlia Mia” La ragazza osservò il suo regalo senza riuscire a comprendere

“Di cosa è capace, Suprema Madre?”

“Di nulla… Ma ora che occupa uno spazio potrai andarle vicino o allontanartene o girarle attorno. Ora che puoi “fare qualcosa” sei felice?” La presenza della ragazza fece ciò che suggeriva la Madre, ma dopo qualche laconico tentativo, le fu subito chiaro che passare l’eternità ad avvicinarsi o allontanarsi da quella sfera non era certo ciò che poteva definire “Felicità”. “C’è qualcosa che ti turba, Figlia Mia? Non ti vedo felice, benché io ti abbia reso Libera” Echeggiò nuovamente la voce della Madre Oscura

“Io…” Tentennò la ragazza, cominciando ormai a intuire dove la Madre la stesse con tanta pazienza conducendo.

“Non sei felice? Vuoi forse dirmi che le barriere e gli ostacoli che tanto hai fatto per sfuggire sono in realtà parte della felicità che vai cercando e non intralci al suo raggiungimento? Vuoi forse dirmi che vorresti ora riavere il tuo corpo che abbandonasti tanti anni or sono con tanta noncuranza che lo lasciasti divorare dalle fiamme? Desideri forse un terreno su cui camminare, anche se questo significasse avere delle gambe che fanno male? Desideri forse un odore da percepire, anche se fosse sgradevole? O di poter respirare per poter ridere, anche se potresti affogare? Forse desideri addirittura qualcuno con cui parlare, benché ci sia il rischio che possa ferirti?”

Se le fosse stato chiesto quale prova avrebbe ritenuto più convincente per dimostrare il potere di cui sono investiti gli Dei, un tempo la ragazza avrebbe forse pensato al potere di governare una tempesta, o di risvegliare i morti dalle tombe o ancora spaccare la terra in due con il solo desiderio… Ora invece comprendeva veramente cosa fosse la Grandezza. Non il potere di distruggere più di ogni mortale, ma la facilità con cui la Madre l’aveva illuminata su una verità che pensava di conoscere tanto bene e di desiderare tanto fortemente. Il potere di svelarle l’ignoranza al di là di ogni possibile menzogna o replica… Quella era una suprema Grandezza che solo l’Oscura Madre poteva mostrare. E, invero, gliene aveva fatto magnificamente dono.

“La Libertà… è quindi la possibilità di superare un ostacolo? Non la mancanza di essi?” Chiese la ragazza, anche se già padrona della risposta “E’ per questo che i mortali vengono messi al mondo con tutti questi “limiti”?”

“Nel mondo dove non c’è tenebra non c’è nemmeno luce e dove manca il dolore, così mancherà la felicità. Un mondo completamente “Libero” sarà semplicemente “Vuoto”. Solo se si hanno delle Catene le si possono spezzare. Solo se ci sono dei limiti li si possono superare. Solo se c’è una Scelta… Solo allora si è Liberi di compierla. Per questo il mondo fu creato così. Perché voi possiate essere Felici, sconfiggendo l’Infelicità”

“Ma io?! Perché a me è toccata in sorte solo tristezza? Perché non posso essere felice?!”

“Se esistesse qualcosa come la Sorte, sarebbe inutile che veniste al mondo, non credi? Noi Dei non abbiamo scritto nulla, se non le regole del gioco, ma le mosse sono sempre le vostre. Hai Scelto il tuo destino… TU sei il tuo destino”
“No! Io non ho scelto niente!”

“E non è questa una scelta? Nel rinnegare, nel tentare di sfuggire alla verità rincorrendo la Libertà, senza sapere cosa fosse, hai scelto la tua sofferenza”

La Ragazza tacque nel bianco illimitato di quell’universo, ripercorrendo in un istante tutto il suo dolore, tutta la sua vita e comprendendo solo allora cosa avrebbe invece potuto essere.