Tenshi no Namida


“Allora ascolta – le replicò subito lui, senza scostare la mano dal suo volto, ma facendosi più serio di quanto non lo avesse mai visto – Ti rivelerò un segreto… Amryza, la Madre Oscura… Non è che un’invenzione. Non esiste nessuna dea a guardarci dall’alto e ciò che tu chiami miracoli non sono altro che incantesimi come quelli degli stregoni sotto una diversa forma. Siamo soli su questo mondo, senza nessuno a guidarci!”

“E’ una menzogna!!” Gridò lei quasi disperatamente, scacciando la mano e sollevandosi in piedi per confrontare quelle blasfemie. Lui per tutta risposta la riafferrò per la mano, cingendola per il polso e per la prima volta i suoi occhi si colmarono di un ardore che non avrebbe mai sospettato in un tanto pacato cantastorie, lasciandole intravedere sotto il velo il guerriero che una volta doveva essere stato.

“E se invece fosse vero?” Sibilò lui avvicinando il capo.

“No! Non può esserlo!”

“Ma se lo fosse? Se scoprissi che tutto quello che ti hanno detto sulla Grande Madre, sulla sua volontà, sui suoi desideri, fosse Menzogna? Se scoprissi che l’unico vero Dio è in realtà la divinità primitiva e selvaggia della più sperduta tribù di goblin? Se scoprissi che l’unica divinità che ha potere su questo mondo è un laido batrace che desidera che i suoi figli spargano terrore e odio e sofferenza uccidendo alle spalle e baciando i piedi dei vincitori per salvarsi la vita, allora cosa faresti?! Strisceresti dai Goblin per chiedere di servirli? Rinnegheresti l’onore e l’orgoglio in cui hai creduto fino ad oggi perché sono menzogne insegnate da un falso dio?!”

“Mai!!” Replicò lei tentando di divincolarsi da quella presa che oltre che la sua mano sembrava cominciare a cingere il suo cuore

“E se invece scoprissi che non è un laido batrace a volerti schiava di un cuore codardo, ma fosse la Vera Volontà di Amryza, allora ti piegheresti?!” Con ancora più forza Drusinua tentò di sfuggire a quella stretta, che oramai trovava insopportabile come quelle infamie che stava udendo.

“Non è questa la volontà di Amryza! E non lo sarà mai! Io ne sono certa!!” Gli gridò di rimando, senza alcuna esitazione nel cuore.

“Perché?! Perché te l’ho detto io?! O perché te lo ha detto un sacerdote?! O perché credi di sapere Tu meglio di tutti che cosa la Grande Madre ritiene giusto?!” Gli occhi di Drusinua, ancora umidi per le lacrime, si aprirono improvvisamente, come se la risposta a quella provocazione, che sentiva salirle con la massima chiarezza dal cuore, fosse anche una luce visibile che sorgesse all’orizzonte, meravigliosa. Il suo dibattersi cessò e le sue labbra si schiusero piano piano…

“No… Perché… Perché non è quello… che Io… ritengo giusto” Bisbigliò un poco alla volta, quasi intimorita da quella rivelazione. Vedendo che le esitazioni nella voce della ragazza non erano più nate dall’incertezza del cuore, ma dalla meraviglia di quelle verità, l’elfo tornò alla sua espressione calma e un po’ triste di sempre, lasciandole la mano e tornando ad incrociare le proprie dietro la schiena…

“Allora adesso sai che non è la Grande Madre ad essere la Verità… Ma è la Verità ad essere la Grande Madre… Amryza non è una creatura più o meno grande, più o meno potente con la quale io e te possiamo essere d’accordo o dissentire… Essa è ciò che noi siamo, ciò che nel profondo del cuore nessuno di noi può negare essere giusto. Questo significa essere una Dea… E la vera grandezza di una Dea non la vedrai in un suo sacerdote che risorge i morti, o nel suo fuoco che brucia i nemici del suo popolo… Ma nel dono che fa ai suoi figli di poter distinguere ciò che è giusto o sbagliato… che Lei esista o meno”

Drusinua barcollò un poco incerta sulle gambe, tentando di metabolizzare quella verità in cui si era letteralmente tuffata, seguendo quella specie di trappola che il giovane le aveva teso. Ma mentre le sue stesse parole facevano presa sul suo cuore, fu la sua mente a trovare ancora dei nodi da sciogliere e, distraendola da quella dissertazione filosofica, la riportò a domande ben più pratiche.

“Ma… Ma allora perché?!” Riprese scuotendo il capo come se avesse timore che davvero le parole dell’elfo fossero un incantesimo che tentava di impadronirsi di lei. Lo sguardo di lui che si posava interrogativo sul suo volto le fece precisare il suo dubbio “Se è vero che sono nel giusto e che seguo il vero sentiero della Grande Madre, perché non riesco a prevalere su chi non l’ha davvero nel cuore?! Perché non ho il favore di Amryza?”

A sentir pronunciare la natura dell’inquietudine della ragazza, l’elfo non potè trattenersi dal sorridere un poco, sospirando e scuotendo appena il capo

“Ah ah… Drusinua… ma tu, dimmi, che cosa desideri?”

“Io voglio servire la Grande Madre!” Rispose immediatamente lei, così come era sempre stato giusto rispondere a quella domanda. L’elfo la fissò per qualche istante, poi ripropose

“E… Questo ha in qualche modo a che fare con il risultato che hanno i tuoi duelli di allenamento?” Drusinua prese fiato per rispondere, ma si trovò colta di sorpresa a sentire persino quella granitica certezza messa in discussione dal suo interlocutore.

“Ma… Sì, solo se sconfiggerò Lelenia e le altre potrò dimostrare che posso servire Amryza meglio di loro!” Buttò fuori tutto d’un fiato, cercando di non lasciarsi distrarre da quelle strane domande che l’elfo le stava facendo. Lui ascoltò senza fiatare quella sua convinta dichiarazione, poi attese un poco, come per vedere se volesse aggiungere o correggere qualcosa, ma, quando fu chiaro che il pensiero di Drusinua era compiuto, non fece altro che scuotere le spalle e pronunciare con estrema noncuranza

“Allora qual è il problema? Dormite nella stessa camerata, no? Sorprendile nel sonno e taglia loro la gola” La naturalezza con cui lo disse spiazzò persino lei, che pensava di aver ricevuto un addestramento rigido e scevro di inutili moralismi

“N… No!!” Proruppe quasi disgustata

“E perché? Se credi veramente a quello che mi hai detto, non è la soluzione perfetta? Ti assicuro che non sarai nemmeno punita: secondo i rigidi schemi della dottrina, se un figlio di Amryza è tanto stupido da spargere odio e dissenso tra i suoi fratelli senza avere l’accortezza di prendere precauzioni contro un tanto semplice assassinio, è certo che non è all’altezza di sopravvivere… E quindi non è degno di servire la Madre Oscura… E quindi avresti fatto un piacere a tutti, eliminando un simile scarto”

“Ma… Ma… io non voglio sconfiggerla così! Voglio batterla in duello!”

“Allora temo che il servire la Grande Madre abbia ben poco a che fare con il tuo desiderio… Tu non desideri davvero sconfiggere le tue avversarie in battaglia… Tu desideri dimostrare che hanno torto… che non conoscono davvero il valore della Madre… Ma in che modo questo si riflette in un duello?”

“Non… Non è così? Non è il prescelto di Amryza che trionfa in uno scontro? Non è così che i guerrieri provano chi ha ragione?” Ancora una volta l’elfo sospirò e le si fece innanzi, ripetendo quel gesto sulla sua guancia che tornò a farle palpitare il cuore

“Cara la mia giovane Drusinua… Ancora non hai affrontato una vera battaglia e già parli come un cavaliere. Che magia hanno le dottrine di Amryza… Sì, in effetti è così che i veri guerrieri difendono le loro ragioni… Ma che due guerrieri combattano per difendere non le loro vite, non i castelli dei loro signori, non le terre e non i tesori, è davvero una cosa assai rara… E di certo non succede tra due allieve che si battono con armi finte, in cui si rischia poco a parte qualche ammaccatura. Quello che fate voi qui è solo misurare la destrezza nel maneggiare uno strumento. E’ solo una prova di tecnica. Ma non è la tecnica che vince le vere battaglie, non è la tecnica che vince la Verità di Amryza. E’ il Cuore. Quando tu e le tue avversarie vi batterete con lame vere, con l’intento di uccidervi, allora forse il vincitore sarà il guerriero che ha combattuto col Cuore. Fino ad allora, non farete altro che cercare trucchi per superare l’una la guardia dell’altra: magari domani scoprirai che quella Lelenia solleva sempre un po’ troppo il braccio prima di quei suoi velocissimi fendenti e allora riuscirai a fare un affondo in quella sua guardia, poi il giorno dopo forse lei avrà imparato dal suo errore e sfrutterà uno dei tuoi per batterti… Ma questo non cambierà nulla… Sarete solo due Figlie di Amryza che misurano le loro astuzie, non i loro cuori…”